Gli impianti dentali stampati In 3d che potrebbero cambiare la vita a chi porta la protesi o dentiera
Tutte le novità riguardo la ricerca e l’introduzione di nuovi materiali o tecniche nel settore medico-dentale, sono un interesse costante dei soci dello studio dentistico Motta Jones – Rossi e Associati, a Milano centro. Un argomento di grande attualità in altri settori differenti dall’odontoiatria è la cosiddetta stampa in 3D. Recentemente, in diversi centri di ricerca nel settore medicale, si sta testando la possibilità di applicare questo tipo di tecnologia per lo studio e la cura di diverse patologie che affliggono l’uomo. Un settore particolarmente promettente consiste nella ricostruzione dei tessuti duri e molli del corpo, impiegando biomateriali diversi dagli innesti di osso prelevato dal paziente o da altri donatori. Tali studi servono anche a valutare la possibilità di fissare protesi dentarie fisse o mobili (dentiera) con metodiche alternative rispetto all’implantologia dentale odierna. Aziende come Cadskills o Materialise si stanno focalizzando in modo significativo verso questa direzione con l’approccio che coniuga fortemente l’impiego delle più avanzate tecnologie informatiche con la cura dei pazienti.
IL PROBLEMA DELLA DENTIERA
La soluzione tradizionale per compensare la perdita di numerosi denti naturali, è la loro sostituzione tramite l’inserimento di protesi rimovibili, come la dentiera, nella bocca del paziente. Tali protesi sono realizzate con barre in metallo e/o placche in resina che supportano a loro volta i denti mancanti. La situazione più estrema è rappresentata dalla classica dentiera, che è di fatto una placca in resina che appoggia sulla gengiva e sui tessuti molli circostanti. Su questa placca sono montati i denti artificiali in resina, che mimano la posizione e la forma della dentatura naturale.
Come è facile capire, la dentiera e le altre tipologie di protesi rimovibili non hanno mai rappresentato la soluzione ottimale. Nel breve e nel medio periodo si evidenziano spesso diverse problematiche molto difficili da risolvere in modo definitivo:
- L’irritazione e l’infiammazione della gengiva e dei tessuti molli circostanti, provocate dalla dentiera;
- La difficoltà nella masticazione e nel linguaggio, un problema molto frequente riscontrato nei pazienti che portano la dentiera;
- La mobilità della protesi (in particolare se si tratta di una dentiera completa);
- Il disagio psicologico del paziente;
- La difficoltà, per chi porta una dentiera, di mantenere un buon grado di igiene orale e le conseguenti infezioni del cavo orale.
A tal proposito, abbiamo già pubblicato un articolo interessante sull’argomento.
DENTIERA vs IMPLANTOLOGIA CONTEMPORANEA: VANTAGGI E LIMITI
Dove possibile, le attuali tecniche di implantologia dentale consentono di sostituire i denti persi e di riabilitare la masticazione in modo relativamente rapido ed efficace, scongiurando tutte le problematiche legate all’uso di protesi rimovibili come la dentiera. E ad oggi, sono numerosi i pazienti portatori di denti artificiali supportati da impianti dentali, che non sono più costretti a portare la dentiera. Va però sottolineato il fatto che esistono ancora parecchie situazioni dove le condizioni per l’inserimento degli impianti dentali non sono ideali. Infatti, affinché un impianto sia correttamente funzionante deve essere integrato completamente nel tessuto osseo che circonda l’impianto stesso. E, affinché ciò avvenga, è necessario attendere diversi mesi, altrimenti c’è il rischio che l’intervento di implantologia fallisca. Una volta che l’impianto è integrato, viene finalmente applicato il dente artificiale, in alternativa all’applicazione di protesi mobili come la dentiera.
Da quanto detto finora, è quindi chiaro che una condizione importante per poter inserire un impianto dentale è che ci sia osso a sufficienza lungo tutta la lunghezza e il perimetro dell’impianto. Nelle situazioni in cui vi sia carenza di tessuto osseo è necessario eseguire delle procedure di chirurgia rigenerativa ossea, ma si tratta di interventi delicati, complessi e costosi. Inoltre, i tempi riabilitativi complessivi vengono allungati in quanto è necessario attendere anche i tempi di guarigione dell’innesto osseo. Pertanto, diversi pazienti si trovano a dover rinunciare a riabilitare la propria masticazione con protesi fisse su impianti dentali rimanendo senza denti o portando delle protesi rimovibili (dentiera).
LA STAMPA 3D SARÀ IN GRADO DI RIVOLUZIONARE L’IMPLANTOLOGIA DENTALE ED ELIMINARE L’USO DELLA DENTIERA?
La tecnologia di stampa 3D è in continua evoluzione e non passa mese in cui non vengano introdotte delle novità interessanti, tecniche all’avanguardia che potrebbero definitivamente scongiurare l’uso della dentiera. La tecnica che ha attirato la nostra attenzione, e che si pone anche l’obiettivo di eliminare l’inserimento di protesi mobili come la dentiera, prende spunto da una vecchia metodica implantologica, che nel passato non ha avuto un grande seguito, a causa dei limiti e delle problematiche che presentava. Si tratta dei cosiddetti impianti sottoperiostei.
Quando ancora non esistevano le attuali tecnologie di modellazione CAD (Computer Aided Design), la progettazione e la realizzazione degli impianti sottoperiostei era estremamente complessa ed imprecisa. Inoltre, non esisteva ancora la tecnologia di stampa 3D e quindi non era possibile utilizzare il titanio. Al suo posto venivano utilizzate altre leghe, che però non avevano le stesse caratteristiche di biocompatibilità. È quindi facile comprendere come in passato l’uso della dentiera, o di altre protesi removibili, fosse considerato una soluzione facile e veloce, pur restando provvisoria e non ottimale.
GLI IMPIANTI SOTTOPERIOSTEI E L’ABBANDONO DELLA DENTIERA
A differenza degli impianti a vite in titanio, gli impianti sottoperiostei sono costituiti da una specie di telaio con flange in metallo, posizionate con apposite viti sulla superficie dell’osso mandibolare o mascellare. In determinati punti vengono collocati gli ancoraggi che serviranno a garantire la ritenzione della futura protesi dentale. Il dispositivo viene progettato al computer, estrapolando la ricostruzione tridimensionale dell’anatomia del paziente da una tomografia assiale computerizzata (TAC). Una volta eseguito il disegno completo dell’impianto si è pronti per inviare i dati e far realizzare il prodotto finito in titanio, tramite stampante 3D. Successivamente, l’impianto viene inviato al clinico, il quale pianificherà l’intervento chirurgico del caso.
In questo modo, sarebbe possibile ovviare a tutte quelle situazioni dove è necessario eseguire dei complessi interventi di rigenerazione dell’osso per creare le condizioni di inserimento di un impianto a vite.