alveolite post estrattiva

Alveolite post estrattiva: sintomi e cura

Una delle conseguenze più comuni degli interventi di estrazione dentale è l’alveolite secca. Questa è provocata dallo scioglimento precoce o distacco completo del coagulo di sangue che fa da rivestimento all’alveolo residuante dall’estrazione  con conseguente esposizione dell’osso ai batteri. Dopo tre o quattro giorni dall’estrazione, può verificarsi un’infezione, dolore e infiammazione. L’alveolite dentale in genere si risolve spontaneamente, ma una cura può essere necessaria per attenuare il dolore. Alcuni soggetti sono più esposti al rischio di questa conseguenza post operatoria. Il fumo, l’assunzione di contraccettivi orali a base di estrogeni, l’uso di corticosteroidi, sono alcuni fattori che possono aumentare le probabilità di incorrere in questa infiammazione. Per tale motivo, prima di procedere ad un’estrazione dentale, è importante effettuare un colloquio accurato con il dentista ed esami preventivi approfonditi. In questi casi, l’alveolite si può prevenire applicando un antibiotico locale prima dell’estrazione.

ALVEOLITE DENTALE: COME RICONOSCERLA

Se a seguito di un’estrazione dentale persistono dolori, il medico dovrà verificare con una radiografia endorale o panoramica  che non si tratti di un ascesso odontogeno. Questo potrebbe anche essere causato da un pezzetto di radice dentale rimasto nell’alveolo. Tramite radiografia si potrà anche escludere che ci sia un’osteomielite, la quale in genere più estesa e accompagnata da febbre. I sintomi dell’alveolite dentale sono:

  • dolore che si diffonde su un lato del viso;
  • aspetto “vuoto” del sito dove è avvenuta l’estrazione dentale;
  • osso visibile dalla ferita aperta sulla gengiva;
  • tumefazione della guancia;
  • gonfiore dei linfonodi nella mascella e sul collo;
  • odore e sapore nauseante nel cavo orale;
  • febbre.

In presenza di questi sintomi a seguito di un’estrazione dentale, non si deve procedere con cure improvvisate e “fai da te”. È fondamentale rivolgersi immediatamente al dentista o recarsi al pronto soccorso per verificare la diagnosi e farsi indicare la cura giusta per l’alveolite dentale.

alveolite - Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

alveolite – Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

Come si forma l’alveolite secca?

A seguito di un’estrazione dentale, il medico applica solitamente un tampone di garza di cotone sterile sull’alveolo residuo da tenere premuto per circa mezz’ora. Questa procedura serve a favorire l’emostasi e la formazione del coagulo. Quest’ultimo ha la funzione di arrestare il sanguinamento e tutelare i tessuti sottostanti e fa da base per la formazione del tessuto di granulazione. Tale tessuto occorre per crearne uno nuovo di tipo osseo nella cavità alveolare. In presenza dell’alveolite secca, invece, il coagulo di sangue che si è creato dopo l’estrazione si disintegra lasciando scoperti i tessuti, i quali si infiammano. La dissoluzione della fibrina presente nel coagulo insieme ai batteri contenuti nella saliva sono alcune cause dell’insorgere dell’alveolite post estrattiva.

CURA DELL’ALVEOLITE DENTALE

La terapia per guarire rapidamente dall’alveolite dentale deve essere indicata dal medico. Spesso viene consigliata l’assunzione di antidolorifici per alleviare il dolore. L’applicazione del ghiaccio esternamente al lato dolorante del viso per 15 minuti, più volte al giorno, può aiutare a tollerare meglio il fastidio. Un rimedio naturale per pulire e lenire sono i risciacqui con acqua salata o soluzione fisiologica dopo ogni pasto. L’utilizzo di una siringa di plastica pulita con la punta ricurva può aiutare a lavare il sito dell’alveolite da più angolazioni. Qualche goccia di olio di chiodi di garofano, applicata con un batuffolo di cotone pulito sulla ferita, può attenuare il dolore. In alcuni casi il dentista prescrive l’assunzione di un antibiotico, generalmente a base di metronidazolo, clindamicina o lincomicina, per abbreviare i tempi di guarigione.
La soluzione più estrema, nel caso in cui l’alveolite post estrattiva non si risolva, è il curettage che consiste nel raschiamento della zona lesa per riformare un nuovo coagulo.

Alveolite post estrattiva: come prevenirla

Eseguire una chirurgia “pulita” è il primo fattore importante per non incorrere nell’alveolite dentale. A conclusione dell’intervento è necessaria un’accurata irrigazione e detersione dell’alveolo. La quotidiana igiene dentale eseguita dal paziente ha il suo peso ed è utile fare un’ablazione del tartaro circa 10 giorni prima dell’estrazione.
Per favorire la corretta guarigione a seguito di estrazione dentale e prevenire l’alveolite è importante seguire alcune indicazioni:

  • evitare cibi duri che necessitino di molta masticazione o secchi e che possano graffiare le mucose. Meglio prediligere, quindi, alimenti liquidi, soprattutto nelle prime 24 ore dopo l’estrazione;
  • evitare di masticare chewing gum e di mangiare alimenti duri, cibi gommosi e piccanti per alcuni giorni al fine di non far insorgere irritazioni e infiammazioni;
  • evitare di bere alcolici;
  • evitare di fumare;
  • l’idratazione a seguito di un intervento è molto importante, quindi è necessario bere molta acqua;
  • evitare di bere liquidi molto caldi o molto freddi.

ALVEOLITE POST ESTRATTIVA: QUANTO DURA?

Il dolore ai denti, purtroppo, è comunemente uno dei meno tollerati. La principale preoccupazione del paziente, in presenza di un’infiammazione dell’alveolo post estrattivo che non si risolva spontaneamente, sono i tempi di guarigione. Stabilire quanto dura un’alveolite non è possibile e la guarigione può variare da persona a persona. Il dentista esperto eseguirà una pulizia dell’alveolo o un curettage. In seguito si dovrà attendere una settimana o due affinché si formi un nuovo coagulo. Sarà necessaria un po’ di tolleranza da parte del paziente e molta cautela nell’assunzione di cibi e nell’eseguire la corretta igiene del cavo orale ogni giorno. Questo permetterà di non incorrere in nuove complicazioni che allunghino ulteriormente i tempi di guarigione dall’alveolite secca.

stomatite aftosa

Cos’è la stomatite aftosa: terapia e sintomi

La stomatite aftosa ricorrente si manifesta nei bambini e negli adulti con delle lesioni fastidiose di piccole dimensioni all’interno del cavo orale, che si presentano ripetutamente nel tempo. L’assunzione di alcuni cibi e forte stress sono alcuni dei principali fattori scatenanti di questa infiammazione che provoca ferite nella bocca. I classici sintomi sono il bruciore seguito dalla comparsa di ulcere sul tessuto molle della bocca. Le ulcere possono comparire sulla lingua, all’interno delle labbra e delle guance, sul palato e sulle gengive. Questo problema è molto diffuso e per alcuni si manifesta con un paio di lesioni, poche volte all’anno. Per altri, invece, è più grave e si manifesta con numerose eruzioni costanti.

stomatite aftosa - Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

stomatite aftosa – Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

ADULTI E BAMBINI, SINTOMI DELLA STOMATITE AFTOSA

La stomatite o gengivostomatite aftosa si riconosce per la particolare intensità del dolore che dura dai 4 ai 7 giorni e anticipa l’arrivo delle ulcere. Queste somigliano a puntini di forma tonda o ovale. Sono di colore arrossato sul bordo e giallo grigiastro al centro. Hanno piccole dimensioni e non hanno l’aspetto delle vesciche come altre tipologie di lesioni del cavo orale. Spesso ne insorgono due o tre contemporaneamente e danno particolare fastidio mentre si mangia o quando si bevono liquidi caldi. I tempi di guarigione delle afte sono di massimo 10 giorni. Solo in casi di forme della patologia più gravi, come avviene nelle persone affette da AIDS, sono di grandi dimensioni e lasciano una cicatrice dopo la guarigione. Un altro sintomo della malattia è l’aumento della secrezione della saliva. Febbre e ingrossamento dei linfonodi si verificano raramente.

CAUSE DELLA STOMATITE AFTOSA

Vediamo quali sono le principali cause della stomatite:

  • i virus erpetici, la candida e gli stafilococchi sono alcuni dei microrganismi patogeni che provocano la stomatite. Questi si presentano soprattutto quando non viene curata l’igiene orale e la pulizia delle eventuali protesi dentarie;
  • l’utilizzo di sostanze antisettiche e le terapie antibiotiche possono contribuire all’insorgere del problema;
  • squilibri ormonali, malattie infettive, intossicazioni, deficit immunitari, carenze vitaminiche, possono dar luogo, tra gli altri sintomi, alle stomatiti;
  • la presenza di bordi taglienti nelle protesi dentarie è tra le cause della stomatite;
  • un’alimentazione povera di vitamine B1, B6 e B12 e non equilibrata può favorire la comparsa delle ulcere.

STOMATITE AFTOSA RIMEDI

I rimedi per la stomatite aftosa sono volti ad alleviare il dolore e non differiscono da quelli usati per la cura delle altre afte orali. L’applicazione dei preparati antisettici a livello locale contribuisce a disinfettare la bocca. Tra i farmaci prescritti comunemente dal dentista ci sono:

  • i collutori a base di clorexidina;
  • corticosteroidi come il desametasone in caso vi siano molte afte o corticosteroidi più blandi in caso ci siano poche afte;
  • compresse di prednisone;
  • farmaci immunosoppressori più forti per i casi più gravi;
  • un farmaco antivirale o antibiotico per i soggetti recidivanti e resistenti ai trattamenti.

Le cure “fai da te” in presenza di stomatite sono pericolose. Il medico, infatti, deve accertarsi che il paziente non soffra anche di un’infezione orale da herpes simplex, prima di prescrivere un corticosteroide.

Rimedi naturali per la stomatite aftosa

In attesa di un controllo dal dentista, si può ricorrere a dei rimedi naturali. Il potere lenitivo, antibatterico e anti infiammatorio delle piante e di altre sostante naturali è riconosciuto da molti. Il vantaggio di questi rimedi è che non richiedono prescrizione medica e non hanno effetti collaterali. Ecco alcuni accorgimenti per alleviare il dolore:

  • tenere una bustina tiepida di tè nero, ricco di acido tannico, sulle ulcere;
  • effettuare sciacqui della bocca con il bicarbonato di sodio, sfruttando le sue proprietà antibatteriche;
  • effettuare sciacqui con succo di limone diluito in acqua;
  • applicare sulle afte un gel a base di aloe vera, che aiuterà a disinfettare, lenire e cicatrizzare;
  • applicare a livello locale preparati lenitivi a base di chiodi di garofano.

PREVENIRE LA STOMATITE AFTOSA

stomatite aftosa bambini - Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

stomatite aftosa bambini – Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

La prevenzione è molto importante per evitare l’insorgere di problemi come quello della stomatite. La corretta igiene orale tre volte al giorno, con uno spazzolino e un dentifricio di buona qualità, è il primo passo. Alla spazzolatura dei denti si aggiungono l’utilizzo di filo interdentale, collutori e la periodica ablazione del tartaro eseguita presso lo studio del dentista. Anche l’alimentazione, però, aiuta a prevenire le malattie del cavo orale. La salivazione infatti può cambiare molto in base alle proprie abitudini alimentari. Se in essa è presente un eccessivo contenuto di batteri, l’igiene orale può non essere sufficiente per rimuoverli. Seguire una dieta equilibrata, povera di grassi e ricca di vitamine, contribuisce a diminuire le possibilità che insorgano infiammazioni nella bocca.

Cosa mangiare quando si soffre di stomatite aftosa?

Tra le cause per la stomatite aftosa si annovera l’assunzione di alcuni alimenti come:

  • mandorle,
  • arachidi,
  • cereali,
  • cioccolato,
  • pomodori,
  • caffè,
  • uova,
  • fragole,
  • formaggio.

Quando la malattia è in fase acuta, è meglio evitare l’assunzione di alcolici, cibi molto piccanti, acidi, speziati e salati che possono irritare e aumentare l’infiammazione.
I cibi consigliati per superare al meglio le fasi acute della stomatite sono:

  • la frutta e la verdura fresche e di stagione, sia cotte che crude e accuratamente lavate. Tra questi, ad esempio, sono da preferire kiwi, broccoli e spinaci;
  • gli alimenti ricchi di vitamina C e vitamina B12 come carne e pesce, formaggi;
  • inoltre, sono utili alla guarigione i cibi che contengono molto ferro come asparagi, fagioli e spinaci e acido folico come lenticchie e ceci.

LA STOMATITE AFTOSA È CONTAGIOSA?

Se la stomatite deriva dalla presenza di una malattia virale può essere contagiosa. In questi casi è bene prendere alcuni accorgimenti per evitarne la trasmissione, soprattutto tra i bambini. Posate e stoviglie non andranno “scambiate” tra bambini e adulti e sarà opportuno lavarle dopo ogni utilizzo. I bambini molto piccoli hanno la consuetudine di mettere spesso le mani in bocca e qualcuno succhia il dito per abitudine. Nei giorni in cui è presente la malattia, sarebbe opportuno cercare di evitare il più possibile questi gesti e pulire frequentemente le mani dei piccoli. In alternativa, sarà utile evitare che scambino i loro giochi con altri bambini dopo averli toccati e pulirli quando avranno finito di usarli.

Pulpite

Pulpite dentale: cause, sintomi e rimedi

La pulpite è un’infiammazione della polpa dentaria, ossia la parte più interna del dente che ha molte terminazioni nervose, vasi sanguigni e tessuto connettivo. Questa infiammazione è una delle più comuni cause del mal di denti e compare spesso in seguito al formarsi di una carie dentaria. Tra i sintomi più frequenti c’è il dolore, che aumenta in corrispondenza con l’assunzione di cibi caldi o freddi e ricchi di zuccheri o con la masticazione. Se non si provvede immediatamente ad una cura per alleviare il dolore e far guarire l’infiammazione, il problema può degenerare in un processo necrotico del dente, cioè della morte della polpa dentale stessa. Solo in casi come questo si deve ricorrere alla devitalizzazione, oppure alla rimozione di una parte della polpa o all’estrazione dentale.

CAUSE DELLA PULPITE

La pulpite dentale si verifica frequentemente in conseguenza di una carie profonda. Il dente danneggiato dalla carie ha lo smalto e la dentina rammolliti. Le sostanze acide prodotte dai batteri demineralizzano lo smalto e la dentina. In questo modo, i batteri e le loro tossine raggiungono la polpa del dente che viene infettata e si infiamma. Le altre possibili cause della pulpite sono:

  • masticazione scorretta;
  • mancanza di igiene orale;
  • parodontite;
  • traumi dentali;
  • ripetuti interventi invasivi ai denti;
  • bruxismo;
  • malocclusioni dentali.

Anche un dente devitalizzato può essere soggetto alla pulpite se la cura canalare non è eseguita presso uno studio dentistico che garantisca la massima igiene e attenzione durante l’intervento. È meglio, inoltre, verificare che lo studio si avvalga della collaborazione di dentisti esperti in endodonzia.

PULPITE DENTALE: COME RICONOSCERLA

pulpite - Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

pulpite – Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

Quando insorge, la pulpite dentale inizialmente può essere priva di sintomi. I sintomi di questa infiammazione, anche nella sua fase acuta, possono essere confusi con altri problemi del cavo orale. Il mal di denti intenso ma non localizzato in un punto preciso, che sia continuo o intermittente è un primo segnale. Gli stimoli esterni come la masticazione, il caldo e il freddo peggiorano il dolore. Per individuare il problema che genera il mal di denti, in ogni caso, è necessario un controllo presso uno studio dentistico. In base all’esame del medico si potrà capire se si tratta di:

  • pulpite reversibile: quando l’infiammazione non è ancora grave e si può curare. Si riconosce dal fatto che il dolore non è sempre presente;
  • pulpite irreversibile: quando l’infiammazione della polpa si è aggravata e si verifica una necrosi della stessa. Si riconosce in presenza di forte dolore notturno e diurno e può essere anche purulenta.

COME SI CURA LA PULPITE

Ecco cosa fare in caso sia diagnosticata una pulpite dentale. Seguendo la terapia indicata dal dentista, molto probabilmente sarà necessario assumere dei farmaci per arrestare l’infiammazione ed evitare che peggiori e diventi acuta. A scopo antidolorifico sarà prescritto un analgesico per attenuare il fastidio. Un farmaco efficace per il trattamento del dolore non troppo intenso è il paracetamolo. A seconda dei casi, è anche indicata l’assunzione di un antibiotico per il controllo iniziale della pulpite.
Per eliminare la causa scatenante il dolore si dovrà effettuare un trattamento medico rimuovendo la carie la polpa del dente responsabile, effettuando di fatto una devitalizzazione.

Come prevenire l’insorgere della pulpite

Una corretta e costante igiene orale è sempre il primo passo nella prevenzione delle problematiche dentali di ogni genere. Lo stesso vale per la pulpite dentale. È importante ricordare alcune regole:

  • i denti vanno lavati tre volte al giorno;
  • lo spazzolino va sostituito ogni 3 mesi circa perché i batteri si accumulano fra le setole e queste, col tempo, si rovinano e graffiano la superficie del dente;
  • il dentifricio che contiene il fluoro è uno dei più utili nella prevenzione della pulpite perché rinforza lo smalto dei denti;
  • l’utilizzo frequente e prolungato di dentifrici che contengono sostanze che “sbiancano” i denti e sono abrasivi, invece, può rendere lo smalto più sottile;
  • l’uso del filo interdentale una volta al dì svolge una funzione importante perché permette di rimuovere accuratamente i residui di cibo che si incastrano tra le gengive;
  • il risciacquo con il collutorio antiplacca contribuisce a mantenere un’igiene ottimale della bocca.

Pulpite e mal di denti: quando controllarsi dal dentista?

La cura quotidiana dei denti parte dalla pulizia con lo spazzolino tradizionale o elettrico e il dentifricio più adatto alle proprie esigenze. Per eseguire correttamente tale pulizia è utile rivolgersi al proprio dentista di fiducia che, in base alle esigenze del paziente, consiglierà lo spazzolino migliore ed il dentifricio più adatto.
È bene farsi controllare periodicamente dal dentista per effettuare presso lo studio dentistico l’ablazione del tartaro completa per evitare l’insorgere di infiammazioni gengivale ed il conseguente mal di denti gengivale o carie. Soggetti particolarmente esposti a questi problemi possono fare una buona prevenzione grazie alle terapie indicate dal medico.

Assistenza Dentistica Continua - Studio Motta Rossi & Associati

Assistenza dentistica continua

A CHI SERVE L’ASSISTENZA DENTISTICA CONTINUA?

Si sente parlare spesso, per quanto riguarda la prevenzione dei problemi dei denti, di assistenza dentistica continua e di advanced dental care. Gli studi dentistici sottolineano a tal proposito l’importanza di queste due pratiche, finalizzate a non incorrere in rischi irreparabili per la dentatura del paziente. Possiamo fare alcuni esempi di casi in cui si rivela particolarmente utile mantenere una pratica abituale e costante di monitoraggi dei denti. Lo studio Motta Jones – Rossi & Associati ci tiene a rimarcare comunque che la prevenzione è sempre utile ed importante per tutti.

L’assistenza dentistica continua per i bambini

Nei bambini e nei pazienti in età di sviluppo, ricorrere a strumenti diagnostici e terapie dell’advanced dental care è fondamentale. Attraverso l’individuazione e la scelta immediata delle cure ortodontiche più mirate, si possono prevenire o ridurre notevolmente già dalla tenera età eventuali anomalie dell’apparato dentale, per tutelare la posizione ideale degli organi della masticazione. Nel caso di un moderno apparecchio correttivo, ad esempio, l’assistenza dentistica fornita dal proprio studio di fiducia si occuperà di monitorare costantemente lo sviluppo dell’apparato dentale del bambino e di modificare di volta in volta l’apparecchio.

Gli adulti e l’importanza dell’advanced dental care

Per quanto riguarda gli adulti, ci sono molte casistiche in cui prevenzione, assistenza dentistica continua e advanced dental care sono le armi vincenti per non incorrere nelle conseguenze sgradevoli di un problema dentale trascurato. Prendendo come esempio l’ascesso gengivale, è riscontrato che alcune persone hanno una predisposizione a svilupparlo. Chi ne soffre periodicamente, quindi, dovrà dedicare particolare cura all’igiene orale quotidiana e sarà necessario eseguire frequentemente l’ablazione del tartaro presso il proprio dentista.

QUAL È LA DIFFERENZA TRA ASSISTENZA DENTISTICA CONTINUA E ADVANCED DENTALE CARE?

  • Assistenza dentistica continua. Con questa definizione molti studi fanno riferimento alla loro possibilità di essere sempre a disposizione per ogni paziente nella diagnosi e cura delle problematiche dentali. Alcuni problemi dei denti, infatti, richiedono un lungo percorso di terapia da affrontare in più tappe ed in maniera continuativa nel tempo. Inoltre, in genere si include in maniera implicita in questa definizione un invito ad ogni paziente a non dimenticare l’importanza della prevenzione. La prima arma per evitare o curare in tempo e con le minime ritorsioni possibili le malattie dei denti, è recarsi frequentemente dal dentista per un controllo attento e costante.
  • Advanced dental care – ovvero “cure dentistiche avanzate”. È riferito, più nello specifico, al ricorso a quelle cure realizzate attraverso l’utilizzo di tecnologie e strumentazioni all’avanguardia nell’assistenza dentistica che lo studio offre ad ogni paziente. Per la diagnosi e la cura dei problemi dei denti e delle gengive l’advanced dental care è la soluzione migliore.

 

L’ASSISTENZA DENTISTICA CONTINUA ATTRAVERSO LE NUOVE TECNOLOGIE

Assistenza Dentistica Continua - Studio Motta Rossi & Associati

Lo studio dentistico Motta Jones – Rossi & Associati sceglie, per garantire ai suoi pazienti la migliore assistenza dentistica, strumentazione diagnostica di ultima generazione. Lo scopo è quello di individuare immediatamente e nella maniera meno invasiva le problematiche dei denti. Ad esempio, presso il nostro studio, utilizziamo moderni scanner intraorali nonché attrezzature radiologiche di alto livello che consentono di fornire precise spiegazioni ai pazienti riguardo alle cure da affrontare attraverso la radiologia tridimensionale.

Parodontite e Diabete

Parodontite e Diabete: la medicina preventiva transita da una maggiore conoscenza delle malattie e delle loro interconnessioni.

Parodontite e Diabete sono tra le malattie maggiormente diffuse. La Parodontite risulta colpire 750 milioni di individui nel mondo, mentre il diabete 415 milioni. Nonostante questi numeri si stima siano patologie fortemente sottodiagnosticate.

E se fossero interconnesse? Se una visita dal tuo dentista potesse individuare uno stadio precoce di malattia evitandoti complicanze secondarie? Se una visita dal diabetologo di fiducia potesse prevenire l’insorgenza o limitare gli esiti della “piorrea”?

parodontite e diabete - Studio Motta Rossi & Associati

parodontite e diabete – Studio Motta Rossi & Associati

Studi e consensus internazionali lo hanno chiarito: Diabete e Parodontite hanno una correlazione bidirezionale.

Essere ammalati di Parodontite:

  • riduce il controllo dei livelli ematici di glucosio in soggetti diabetici o sani
  • aumenta la possibilità di sviluppare pre-diabete e diabete
  • se ammalati di diabete aumenta la probabilità di incorrere in complicanze

Essere ammalati di Diabete:

  • aumenta la possibilità di ammalare di parodontite
  • espone a un maggior rischio di aggravamento della parodontite e dunque alla perdita dei denti.

Concludendo, diabete e parodontite sono due malattie croniche la cui cura necessità di una presa di coscienza da parte del paziente e l’adozione di uno stile di vita sano ed equilibrato.

Curare la parodontite rende più facile tenere sotto controllo l’emoglobina glicata, arrivando ad avere un beneficio comparabile a quello di un secondo farmaco ipoglicemizzante.

Da quanto emerge dal consensus fra la Federazione Internazionale per il Diabete e la Federazione Europea di Parodontologia, il Diabetologo dovrebbe:

  • Consigliare una visita dal dentista di fiducia ad ogni paziente a cui viene diagnosticato il diabete.
  • Inserire i pazienti diabetici in un percorso terapeutico in cui le istruzioni di igiene orale siano parte integrante.
  • Istruire il paziente riguardo al maggior rischio di essere ammalato o di ammalare di parodontite.
  • Investigare la presenza di malattia parodontale durante la visita diabetologica. I pazienti con diagnosi positiva per diabete dovrebbero essere interrogati riguardo i principali sintomi della parodontite (sanguinamento delle gengive, perdita di elementi dentari, spazi tra i denti, sventagliamento degli elementi anteriori)
Malattia parodontale e tasche parodontali - Studio Dentistico Motta Jones Rossi & Associati - Milano Centro

Come risolvo il problema delle tasche parodontali?

Il paziente affetto da malattia parodontale viene sottoposto ad una visita specialistica, che si articola in un esame clinico (raccolta di parametri clinici) e radiografico volto a valutare le condizioni dei tessuti di sostegno del dente necessarie per formulare una diagnosi.

Completata la visita, il paziente viene programmato per la cosiddetta fase di terapia causale, preposta prevalentemente all’eliminazione di placca e tartaro in sede sopra e sotto gengivale e all’insegnamento ed ottimizzazione di metodiche per l’igiene orale domiciliare.

Questa fase si articola in più sedute, in ciascuna delle quali viene trattato uno o più settori della dentizione. Nel corso di ogni seduta vengono fornite istruzioni riguardanti specifiche procedure per il controllo di placca domiciliare, personalizzate in base alle caratteristiche ed alle problematiche di ciascun paziente; si valuta, inoltre, il livello igienico raggiunto, verificandone l’efficacia nel prevenire l’insorgenza o il ripresentarsi della malattia dopo trattamento.

Al termine della fase di terapia causale, una seconda visita di rivalutazione è necessaria per valutare le condizioni cliniche dei tessuti parodontali e consente di orientare il paziente verso una eventuale terapia chirurgica, finalizzata all’eliminazione delle tasche e della placca sotto gengivale, al ripristino di un’anatomia favorevole al mantenimento di una corretta igiene domiciliare e/o alla ricostruzione dei tessuti parodontali andati distrutti.

In condizioni normali, i tessuti osseo e gengivale si adattano perfettamente attorno ai denti. In presenza della malattia parodontale, l’estensione dell’infiammazione in profondità determina distruzione ossea e formazione di tasche.

Queste tasche divengono sempre più profonde, rendendo disponibile un più ampio spazio per la crescita dei batteri, i quali, potendo svilupparsi indisturbati attorno al dente, si accumulano ed avanzano in profondità, determinando un’ulteriore perdita di supporto del dente e risultano difficilmente detergibili attraverso un’igiene orale domiciliare e professionale. Talvolta, la quota di osso andata perduta è tale che il dente deve essere inevitabilmente estratto.

Esistono quindi 2 tipologie di interventi chirurgici che riducono la profondità della tasche: la prima consiste nel riportare la gengiva, sacrificandone una parte, vicino all’osso ristabilendo i rapporti fisiologici. Durante questa procedura chirurgica, l’operatore discosta i tessuti gengivali e rimuove i batteri che hanno causato la malattia. In alcuni casi, le superfici ossee, alterate e rese irregolari dalla malattia, vengono levigate per ridurre le aree dove potrebbero annidarsi i batteri. Ciò consente alla gengiva di riadattarsi meglio all’osso sano.

La seconda procedura chirurgica è in grado di recuperare parte del danno rigenerando osso e tessuto gengivale andati perduti, al contempo riducendo o eliminando la tasca. Durante questa procedura, l’operatore discosta i tessuti gengivali e rimuove i batteri che hanno causato la malattia. Per aumentare la naturale capacità che i tessuti hanno di rigenerarsi possono essere utilizzati membrane, innesti di osso o proteine stimolanti i tessuti.

Quali sono i vantaggi di questa procedura?

E’ estremamente importante ridurre la profondità di tasca ed eliminare i batteri presenti per prevenire il danno causato dalla progressione della malattia parodontale e per mantenere una dentatura sana. La sola eliminazione dei batteri potrebbe non essere sufficiente a prevenire la ricomparsa della malattia.

Tasche profonde sono più difficili da pulire sia da parte sua sia da parte del suo dentista, pertanto, è fondamentale ridurle. La riduzione della profondità di tasca e la combinazione di procedure di igiene orale domiciliare e professionale aumentano le probabilità di mantenere i suoi denti naturali e riducono il rischio di gravi problemi di salute correlati con la malattia parodontale.

Traumi dentali - Studio dentistico associato Motta Jones Rossi - Milano centro

I traumi dentali

I traumi dentali sono un episodio piuttosto comune, sia nei bambini (i cosiddetti traumi dei denti residui o da latte), che nei pazienti adulti.

Si tratta di fratture del dente:

  • Fratture coronali semplici, che riguardano solo lo smalto dei denti;
  • Fratture coronali con esposizione della polpa dentaria;
  • Fratture corono-radicolari;
  • Fratture radicolari;
  • Avulsioni, quando il dente fuoriesce dall’alveolo;
  • Lussazioni dentali, quando si è in presenza di uno spostamento del dente verso l’interno (intrusione), verso l’esterno (estrusione) o verso i lati (laterale).

I TRAUMI DENTALI NON DEVONO ESSERE TRASCURATI

Nel nostro studio dentistico associato di Milano, consigliamo sempre ai pazienti di sottoporsi a visite dentistiche in caso di traumi dentali, anche senza danni apparenti.

Grazie ad una visita odontoiatrica accurata, i nostri medici dentisti potranno esaminare clinicamente, mediante radiografia, l’elemento dentario interessato, per valutarne la vitalità ed eventualmente procedere ad uno specifico trattamento terapeutico.

LE CONSEGUENZE DEI TRAUMI DENTALI

I denti che hanno subìto dei traumi possono apparire sani e integri, ma nel tempo, se il problema viene trascurato, possono sviluppare una necrosi della polpa dentale con conseguenze gravi, tra cui:

  • Calcificazioni, ossia le obliterazioni dello spazio endodontico dovute ad apposizione di dentina terziaria;
  • Infezioni periradicolari che si propagano al di fuori dell’apice della radice dentaria e provocano ascessi, granulomi, cisti con possibile distruzioni dell’osso circostante. In questo casi si rende necessaria la devitalizzazione del dente;
  • Riassorbimenti (interni o esterni) della radice dentaria;
  • Anchilosi, ossia la perdita del legamento parodontale che circonda la radice del dente.

Uno dei primi e più frequenti segnali di una necrosi della polpa, causata da traumi dentali trascurati, è il cosiddetto scolorimento. Il dente traumatizzato, infatti, presenta spesso un cambiamento di colore.

COSA FARE IN CASO DI TRAUMI DENTALI?

Esistono diversi trattamenti terapeutici da adottare in caso di traumi dentali, in base alla loro tipologia e alle zone interessate:

  • Quando sono colpiti solo i tessuti duri, senza esposizione della polpa dentale, provvediamo alla ricostruzione della parte mancante con materiali bio-compatibili;
  • Quando sono interessati i tessuti duri con esposizione della polpa dentale, il trattamento terapeutico prevede la devitalizzazione del dente;
  • Quando si è in presenza di una separazione della corona dalla radice del dente adottiamo un trattamento che prevede di collocare la parte coronale fratturata nella giusta posizione e successivamente si effettua un bloccaggio o splintaggio;
  • In caso di avulsioni (espulsione del dente dall’alveolo) si raccomanda di non pulire il dente, ma di conservarlo in bocca, nel latte a lunga conservazione o in soluzione fisiologia, per mantenerlo pulito e lontano da ambienti in cui potrebbe esporsi a batteri. Vi consigliamo di rivolgervi al nostro studio dentistico associato con urgenza, dove provvederemo ad introdurlo nuovamente nell’alveolo e a stabilizzarlo con uno splintaggio flessibile per un periodo di tempo variabile da 1 a 3 settimane.
  • Nel caso di lussazioni dentarie il dente interessato sarà esaminato clinicamente mediante radiografia e sarà riposizionato.
Granuloma dentale (apicale) - Studio dentistico Motta Jones Rossi e Associati - Milano centro

Il granuloma dentale: cause, sintomi e diagnosi

Il granuloma dentale

Il granuloma dentale o apicale è la reazione infiammatoria ad un’infezione dei canali radicolari, che si forma appunto nell’osso intorno alle radici del dente. Lo studio dentistico Motta Jones, Rossi e Associati – a Milano in zona Cadorna-Magenta – si occupa della diagnosi e del trattamento terapeutico per la risoluzione di granulomi, garantendo assistenza e sicurezza in tutte le fasi di cura.

In questo articolo, tratteremo:

  • Il granuloma è un sistema di difesa dell’organismo;
  • La sintomatologia del granuloma dentale;
  • La diagnosi del granuloma dentale;
  • Il trattamento terapeutico per la cura del granuloma;
  • L’apicectomia e l’estrazione del dente infetto.

Il granuloma è un sistema di difesa dell’organismo

Comunemente si identifica il granuloma come una malattia. Molti pazienti si spaventano quando viene diagnosticato, perché temono che si tratti di un tumore. In realtà il granuloma è un sistema di difesa dell’organismo per arginare l’infezione. I granulomi contrastano la diffusione dell’infezione al resto dell’organismo. Naturalmente la loro tendenza, così come per tutti i processi infiammatori che sviluppiamo, è quella di crescere in risposta allo stimolo. Quindi se la causa non viene individuata e trattata terapeuticamente in modo adeguato, l’infezione può raggiungere dimensioni più grandi e aggravarsi.

La sintomatologia del granuloma

Lo studio dentistico Motta Jones, Rossi e Associati è specializzato nella diagnosi e nella cura di granulomi dentali.

Il granuloma dentale o apicale è pressocché asintomatico e proprio per questa ragione spesso i pazienti non si accorgono dell’infiammazione in corso e tendono naturalmente a trascurarla.  Se l’infiammazione diventa acuta, il granuloma si evolve in disturbi più seri, poiché la presenza dei batteri aumenta i rischi di gravi complicazioni, tra cui:

  • L’ ascesso dentale, ossia l’accumulo di batteri, di globuli bianchi, plasma e di pus (detriti cellulari) che si forma nei tessuti che circondano il dente (la gengiva, l’osso mandibolare, la polpa del dente);
  • Le fistole dentali e gengivali, che si presentano come lesioni localizzate sulla gengiva o direttamente sul dente.

La diagnosi del granuloma

Lo studio dentistico Motta Jones, Rossi e Associati effettua la diagnosi di granulomi con una radiografia endorale. Si tratta di un esame di radiologia odontoiatrica che ci consente di raccogliere informazioni dettagliate e circoscritte di massimo 3 denti. Le informazioni sono raccolte su una lastra di piccole dimensioni, chiamata lastrina endorale, che viene posizionata all’interno della bocca del paziente ed è sorretta da una piastrina mantenuta in sede dal morso. La procedura che impieghiamo presso il nostro studio dentistico associato è piuttosto semplice: i nostri medici dentisti preparano la lastra e la posizionano nella bocca del paziente, che la terrà ferma serrando i denti e mordendo il sostegno in plastica a cui è connessa la piastrina. Questo esame diagnostico si conclude in pochi secondi, riducendo al minimo il fastidio del paziente. La radiografia così eseguita appare subito sul nostro schermo, evidenziando eventuali problemi di granuloma dentale o apicale.

Il trattamento terapeutico per la cura del granuloma dentale

Presso lo studio dentistico Motta Jones, Rossi e Associati, i nostri medici dentisti altamente specializzati, si occupano del trattamento terapeutico per curare granulomi.

In questo articolo vogliamo rispondere a tutti quei pazienti che non conoscono esattamente la natura del granuloma, i rischi che comporta se non viene curato  adeguatamente e le terapie più efficaci per risolverlo.

Molti pazienti ci chiedono se è possibile curare i granulomi mediante l’assunzione di antibiotici. Sicuramente, considerando che si tratta di un’infezione cronica, la terapia antibiotica è una soluzione in molti casi inutile, anche se può risultare molto valida nei casi di riacutizzazione della malattia o in una fase eccessivamente avanzata, oppure per prevenire future infezioni.

I medici dentisti che svolgono la propria professione presso lo studio dentistico Motta, Jones, Rossi e Associati, consigliano ai pazienti affetti da granulomi dentali o apicali di sottoporsi ad un intervento di di devitalizzazione del dente o di apicectomia (nei casi in cui non può essere praticata la devitalizzazione). Queste sono due valide soluzioni per la cura dei granulomi. Negli anni, seguendo queste tipologie di terapia, abbiamo riscontrato dei risultati molto soddisfacenti e una sostanziale riduzione degli effetti collaterali del trattamento terapeutico.

L’apicectomia e l’estrazione del dente infetto

L’intervento di chirurgia ideale per la risoluzione dei granulomi è l’apicectomia, ossia la rimozione dell’apice radicolare del dente infetto, per poi successivamente eseguire un curettage chirurgico dei tessuti che circondano la zona colpita, allo scopo di rimuovere completamente l’infezione e tutelare la parte che si trova attorno alla radice apicale del dente.

Nei casi, invece, di recidività del granuloma, si opta per l’estrazione del dente infetto. Una metodologia terapeutica in grado di risolvere definitivamente il problema.

La fase post-operatoria, nei casi di apicectomia o di semplice estrazione del dente, varia in base alla condizione clinica generale del paziente e in base al trattamento terapeutico impiegato. Solitamente, l’estrazione del dente ha un decorso abbastanza tranquillo e rapido. In entrambi i casi, comunque, il paziente può avvertire dolore durante la masticazione, gonfiore gengivale e la presenza di ematomi. Disturbi che possono durare qualche giorno.