Bruxismo - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Bruxismo: ricostruire i denti per rimediare ai danni del digrignamento

Per chi soffre di bruxismo, ricostruire i denti può essere una delle soluzioni estreme in caso non si riesca ad arrestare il problema per tempo. La patologia che fa serrare la mandibola con eccessiva forza e digrignare i denti, soprattutto durante la notte, porta diverse conseguenze alla salute. Una delle più evidenti è il fatto che lo smalto dentale si consuma eccessivamente, fino alla comparsa di fratture ai denti. Il digrignamento è un’azione involontaria e di solito il paziente non si accorge di avere tale problema finché non si manifestano problemi ai denti. Esistono però altri sintomi che, se indagati per tempo, possono permettere a chi ne è affetto di intervenire prima che i denti subiscano danni seri.

Bruxismo - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Bruxismo – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

CONSEGUENZE DEL BRUXISMO: QUANDO RICOSTRUIRE I DENTI?

Con il tempo, digrignare i denti può portare conseguenze gravi alla loro salute. Il continuo sfregamento dei denti è ciò che provoca i danni allo smalto. Poiché in tal modo la dentina rimane esposta, si avvertirà anche l’aumento della sensibilità dentale al caldo e al freddo.

Quando si serra la mandibola con molta forza durante il sonno, se i denti sono già molto consumati, si possono inoltre verificare delle piccole fratture. I dentisti ricorrono alla ricostruzione quando lo smalto dentale del paziente ha ormai subito gravi danni. Grazie alla ricostruzione, si recupera la funzionalità dei denti e si ottiene un miglioramento estetico.

SOLUZIONI AI DANNI DEL BRUXISMO PER RICOSTRUIRE I DENTI

Per rimediare ai danni dello smalto dentale causati dal bruxismo è necessario ricorrere alle protesi dentarie. Le più utilizzate in caso di danni meno gravi sono le faccette dentali e gli intarsi. Grazie a questi, si ripristinano la forma e la colorazione naturale della dentatura. In alternativa, si può effettuare una ricostruzione con resina composita, inserita direttamente sui denti, modellandone la forma e indurendola per mezzo di una particolare luce. Utilizzare un bite o delle mascherine a seguito della ricostruzione diventa indispensabile per evitare danni alle protesi.

Cause e sintomi del bruxismo

Esistono diversi fattori riconosciuti come possibili cause del digrignamento dei denti, come:

  • disturbi del sonno,
  • malocclusione dentale,
  • stress,
  • assunzione di alcuni farmaci,
  • malattie neurologiche,
  • uso di droghe,
  • consumo eccessivo di alcolici.

Alcuni segnali non andrebbero trascurati perché possono indicare al paziente di essere affetto da questa patologia. Quando si digrignano i denti ci si sveglia tendenzialmente con i muscoli della faccia indolenziti. I denti che hanno subito l’abrasione dello smalto presentano in genere un colore giallastro e sono più corti della norma. L’erosione della parte distale, infatti, degenera in un progressivo rimpicciolimento dei denti. Anche i dolori alla cervicale ed i mal di testa frequenti al risveglio possono indicare che si soffre di bruxismo. Inoltre, chi digrigna i denti può avere problemi ad aprire completamente la bocca e a deglutire.

PREVENIRE I DANNI DEL BRUXISMO E LA RICOSTRUZIONE DEI DENTI

Se il bruxismo viene diagnosticato in tempo, è possibile salvaguardare la salute dei denti del paziente grazie all’uso del bite. Questa mascherina, realizzata sulle impronte dentali, impedisce alle arcate di entrare in contatto tra di loro quando si serra la bocca. Con il bite è possibile evitare l’usura dello smalto ed alleviare la tensione muscolare, migliorando anche la qualità del sonno del paziente. Questi apparecchi in gomma dura o morbida ricalcano la dentatura e si devono indossare durante tutta la notte.

Bite - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Bite – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

È utile, inoltre, provare a migliorare il proprio stile di vita per evitare lo stress che porta a digrignare i denti e correggere l’eventuale malocclusione.

Candidosi Orale - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Le principali cause della candidosi orale

La candidosi orale viene chiamata anche mughetto orale. Consiste in un’infezione micotica causata dalla Candida Albicans. Questa tipologia di fungo appartiene alla famiglia dei Saccaromiceti ed è presente normalmente nella bocca, in una concentrazione tollerabile ed innocua. La sua funzione, infatti, è quella di facilitare la digestione degli zuccheri. In alcune particolari condizioni, però, la micosi può proliferare e dare luogo ad un’infezione. La maggior parte dei fattori che causa l’insorgere del mughetto orale sono innanzi tutto responsabili di un abbassamento delle difese immunitarie. Come conseguenza, insorge l’infezione nella bocca.

CANDIDOSI ORALE: NEONATI E BAMBINI I SOGGETTI PIÙ A RISCHIO

Ad essere maggiormente colpiti da questa malattia sono i neonati, soprattutto in caso di parto prematuro. Il sistema immunitario dei neonati prematuri, infatti, non è ancora perfettamente sviluppato e può essere meno efficiente della norma. Il fastidio causato da tale infezione nei bambini impedisce un’alimentazione regolare. Il rifiuto del latte può essere un primo sintomo del problema. In tal caso si può verificare se ci sono placche bianche nella bocca. In caso affermativo, ci si deve rivolgere ad uno specialista per curare il bambino e permettergli di riprendere a mangiare normalmente. Le verifiche ed eventuali cure andranno fatte anche sulla mamma poiché, in caso di allattamento, il fungo si trova in genere anche sul capezzolo materno.

Altre cause del mughetto orale

I neonati ed i bambini non sono gli unici soggetti a rischio di micosi della bocca. La Candida Albicans provoca infezioni, ad esempio, in concomitanza con:

Candidosi Orale - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Candidosi Orale – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

  • un forte raffreddore o l’influenza,
  • una gastroenterite,
  • un’infezione batterica, come congiuntivite o gengivite.

Chi soffre di una malattia virale, inoltre, ha le difese immunitarie più basse della norma ed è un soggetto a rischio di mughetto orale. L’utilizzo di alcuni farmaci come gli antibiotici per periodi di tempo prolungati è un’altra causa di riduzione delle difese immunitarie. Chi è sottoposto a determinate cure farmaceutiche, quindi, può avere maggiore facilità a contrarre questa malattia. Le cure antibiotiche spesso debellano tutti i batteri, compresi quelli che svolgono una funzione positiva come alcuni batteri presenti nella flora intestinale.

Inoltre, assumere droghe, soffrire di diabete, avere contratto il virus dell’HIV, sono altri fattori che possono contribuire alla comparsa dell’infezione da Candida Albicans.

LA CANDIDOSI ORALE È CONTAGIOSA?

Se si viene a contatto con la saliva di chi ha questa infezione in corso, si può rimanere contagiati. Il contatto con la mucosa della bocca o del naso e con la saliva può avvenire prevalentemente attraverso il bacio o durante la poppata tra la mamma ed il lattante. Anche la condivisione delle posate con cui si mangia può portare al contagio della Candida Albicans. Se si è diagnosticata la presenza di questa infezione, è molto importante evitare questo tipo di contatti e, nel caso dell’allattamento, seguire precise indicazioni fornite dal medico.

SINTOMI DELLA CANDIDOSI ORALE

Riconoscere la candidosi è abbastanza facile grazie ai sintomi tipici avvertiti dal paziente. Il nome mughetto orale deriva proprio dalla pellicola biancastra che compare, in genere, sulla lingua di chi ne soffre. Talvolta il mughetto, insieme a delle placche, può comparire anche sul palato. Altri segni comunemente associati all’infezione sono:

  • leggero fastidio e pizzicore diffuso nel cavo orale,
  • bruciore molto intenso nella bocca,
  • sapori alterati e sgradevoli,
  • arrossamento intenso, dovuto all’erosione provocata dal fungo.

CURA DELLA CANDIDOSI ORALE

La candidosi orale non deve essere trascurata, poiché rischia di diffondersi in altre parti del corpo o di cronicizzarsi. Difficilmente passa da sola ed è necessario rivolgersi ad uno specialista per individuare immediatamente la cura giusta.

Candidosi Orale - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

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La terapia più comune si basa sulla prescrizione di farmaci antimicotici che solitamente riescono ad  eliminare il problema in pochi giorni. Tra i farmaci più utilizzatici sono quelli a base di nistatina e miconazolo, i primi sono più indicati per gli adulti, gli altri per i bambini.

Altri rimedi per la candidosi orale

Per facilitare e velocizzare la guarigione dalla malattia, si possono assumere alcuni integratori insieme ai farmaci antimicotici prescritti dallo specialista. Spesso è il medico stesso a suggerire i prodotti più idonei al paziente. Nella maggior parte dei casi si consiglia di integrare la terapia con  dei fermenti lattici, per almeno 15 giorni. I fermenti aiutano la flora batterica a proliferare e a tornare attiva al fine di debellare i miceti patogeni della candidosi. I fermenti lattici si possono assumere, oltre che come integratori preconfezionati, mangiando dello yogurt.

Per attenuare il fastidio alla bocca, invece, si consigliano degli sciacqui con acqua insieme alla camomilla, oppure alla malva o al bicarbonato.

COME PREVENIRE LA CANDIDOSI ORALE

I soggetti a rischio di candidosi alla bocca devono fare particolare attenzione alla prevenzione. Le raccomandazioni principali per evitare l’insorgere del problema sono:

  • curare attentamente l’igiene orale quotidiana;
  • utilizzare spazzolini da denti puliti e sostituirli periodicamente o sostituire le spazzole in caso di dispositivo elettrico,
  • effettuare regolarmente i controlli dal dentista e l’ablazione del tartaro.

Chi soffre di diabete dovrà curarsi per mantenere la glicemia nei livelli standard indicati dal medico. Questa misura di prevenzione contribuirà ad evitare le recidive di infezione alla bocca da Candida Albicans.

Parodontite e Alzheimer - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

La possibile correlazione tra la parodontite ed il morbo di Alzheimer

La medicina si interroga da tempo sulla possibile associazione esistente tra parodontite e morbo di Alzheimer. Il morbo di Alzheimer si sviluppa tramite un complicato processo su base infiammatoria cronica, che dipende da più fattori e la perdita dei denti dovuta all’infiammazione cronica parodontale risulta associata in modo significativo al rischio di sviluppare tale malattia neurologica.

Nei pazienti affetti da Alzheimer e al contempo da malattia parodontale si riscontra una maggiore gravità ed un declino più rapido delle capacità cognitive. Nell’ottica di questa correlazione, risulta chiara l’importanza della cura costante della propria salute orale. La salute dei denti, infatti, è una delle condizioni fondamentali per il benessere fisico e mentale di ogni persona. Se si soffre con frequenza di sanguinamento delle gengive, è fondamentale prenotare una visita da un parodontologo. Questa pratica permetterà di curare i denti senza ricorrere ad un intervento chirurgico e di ridurre il rischio di infarto, ictus e Alzheimer.

COME LA PARODONTITE INFLUISCE SUL MORBO DI ALZHEIMER

L’origine dell’Alzheimer sembrerebbe associata all’accumulo di grovigli neurofibrillari e di placche amiloidi nel cervello. La causa della malattia, però, non è ancora appurata con certezza. Nei giovani l’Alzheimer ha chiare basi genetiche, mentre negli anziani esistono vari fattori che potrebbero determinare un’infiammazione del tessuto cerebrale. Le infezioni periferiche e lo stress ossidativo, ad esempio, giocano un ruolo importante nell’insorgenza del morbo.

Parodontite e Alzheimer - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Parodontite e Alzheimer – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

È risaputo che la parodontite è associata a diverse patologie infiammatorie e per questo motivo si presuppone che possa influire anche sulla degenerazione cerebrale. Questo avverrebbe attraverso l’infiammazione prodotta dai batteri parodonto-patogeni. Una possibile spiegazione è che la parodontite liberi nel sangue mediatori pro-infiammatori che riescono a superare la barriera emato-encefalica. Questi stimolano la produzione di radicali liberi e citochine pro-infiammatorie da parte delle cellule nervose. Tale fenomeno determinerebbe un progressivo danneggiamento delle strutture nervose.

Parodontite e Alzheimer - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

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COME L’ALZHEIMER INFLUISCE SULLA PARODONTITE

Se da una parte si studia una possibile incidenza della malattia parodontale sullo sviluppo del morbo di Alzheimer, è senz’atro interessante valutare il rapporto tra le due dal punto di vista opposto.

Il morbo di Alzheimer, infatti, allo stesso modo condiziona e favorisce fortemente l’insorgere della malattia parodontale. I pazienti colpiti dall’Alzheimer che non sono in grado di provvedere autonomamente alla propria igiene orale tendono, dunque, a sviluppare più facilmente la parodontite. Nei malati di Alzheimer si assiste ad una progressiva perdita delle funzioni motorie, per cui la quotidiana ed accurata pulizia dei denti risulta spesso compromessa.

Alzheimer, definizione e sintomi

Chi vuole conoscere il possibile nesso tra la parodontite ed il morbo di Alzheimer, forse è interessato a comprendere meglio cos’è quest’ultimo e come si manifesta. Il nome della malattia deriva da quello dello psichiatra che l’ha scoperta nel 1906. È un morbo a carattere neurodegenerativo, caratterizzato da:

  • progressivo declino cognitivo,
  • perdita di memoria,
  • perdita di facoltà mentali.

La conclusione inevitabile è il decesso del paziente. Questo morbo rappresenta la causa più frequente di demenza negli anziani.

Spesso i primi sintomi della malattia vengono confusi con quelli del fisiologico invecchiamento o sono attribuiti allo stress. In una fase avanzata, invece, sopraggiungono la difficoltà nel linguaggio, nella lettura e nella scrittura, fino alla perdita di ogni forma di autosufficienza.

La correlazione tra Alzheimer e altre malattie

Oltre al legame tra parodontite e morbo di Alzheimer esiste una correlazione tra quest’ultimo ed altre malattie, studiata dalla medicina. Sono associati al declino cognitivo anche:

  • l’ipertensione,
  • il diabete mellito,
  • la depressione,
  • l’iperlipidemia,
  • le patologie croniche renali,
  • l’infarto cardiaco,

le lesioni traumatiche cerebrali.

Sigaretta Elettronica - Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

Sigaretta elettronica: ecco i benefici per chi vuole smettere di fumare

Sono molte le persone che ogni anno provano ad utilizzare la sigaretta elettronica per smettere di fumare le sigarette tradizionali. I nostri pazienti ci manifestano spesso il desiderio di trovare alternative alle sigarette, perché il fumo macchia i denti, oltre a nuocere alla salute. La pulizia e lo sbiancamento dei denti gialli possono risolvere questo problema sono temporaneamente. In questi casi eseguiamo anche l’applicazione di un getto di acqua e bicarbonato in polvere detto Airflow. Talvolta suggeriamo anche di indossare delle mascherine in silicone a casa, durante la notte, per aumentare i risultati nei giorni successivi allo sbiancamento professionale.

Il problema delle denti gialli in ogni caso si ripresenterà se si continua a fumare. Una domanda che ci pongono in molti è se anche le sigarette elettroniche macchino lo smalto dentale. Se si vuole provare ad utilizzare questo dispositivo, è importante conoscere i suoi effetti sulla salute orale.

COME FUNZIONA LA SIGARETTA ELETTRONICA?

Quando si fuma la sigaretta elettronica si inala un vapore prodotto dal riscaldamento a 200° di una soluzione liquida. Tale liquido passa attraverso una cartuccia e contiene tre componenti:

  • diluenti,
  • aromi di vari tipi,
  • nicotina
Sigaretta Elettronica - Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

Sigaretta Elettronica – Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

I componenti chimici presenti nella soluzione liquida sono in quantità minore rispetto a quelli che si trovano nelle sigarette tradizionali. La presenza di nicotina, però, può inibire la produzione di saliva e causare l’accumulo di batteri nella bocca. Ad oggi, molti dispositivi elettronici per fumare permettono di regolare anche la quantità di nicotina da inalare. In tal senso queste sigarette rappresentano un aiuto per chi vuole smettere di fumare.

SIGARETTA ELETTRONICA E MACCHIE SUI DENTI

La diffusione delle sigarette elettroniche è stata notevole dal 2005. Medici e ricercatori dibattono tutt’ora sulle conseguenze dell’utilizzo di tali dispositivi per la salute. Nelle sigarette elettroniche non è presente il catrame. Per questo motivo la sostituzione di quelle tradizionali con questi dispositivi riduce i danni alla salute portati dal fumo. Non sono state però ancora effettuate ricerche scientifiche che possano attestare con certezza che le sigarette elettroniche non macchino in alcun modo i denti. È possibile che alcuni liquidi utilizzati nel vaporizzatore, nel tempo e con l’utilizzo frequente, ingialliscano la superficie dei denti.

La soluzione migliore per la salute e che porta risultati migliori per i denti resta sempre quella di smettere di fumare e di effettuare lo sbiancamento dal dentista.

Perché il fumo macchia i denti

La nicotina ed il catrame contenuti all’interno delle sigarette tradizionali sono gli elementi responsabili dell’effetto ingiallente sui denti.

Le macchie sullo smalto non sono l’unica conseguenza del fumo sui denti, infatti questo aumenta anche la formazione di tartaro. Una quantità maggiore di placca e tartaro sulla dentatura facilita ulteriormente l’adesione delle sostanze pigmentanti che provengono dalla combustione delle sigarette. La nicotina danneggia inoltre i denti perché ne riduce la densità ossea e mina concretamente la salute del tessuto osseo in cui sono allocati denti.

La nicotina contenuta nel tabacco provoca i denti gialli attraverso più metodi di assunzione:

  • fumare sigarette, sigari e pipa;
  • masticare chewing-gum alla nicotina;
  • masticare tabacco.

PERCHÉ CHI FUMA LA SIGARETTA ELETTRONICA HA I DENTI GIALLI?

La colorazione naturale della dentatura varia da persona a persona. I fattori che incidono sul colore dei denti sono:

  • il colore della dentina,
  • le caratteristiche genetiche,
  • lo spessore dello smalto.
Sigaretta Elettronica - Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

Sigaretta Elettronica – Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

Oltre alla colorazione naturale, la dentatura di ciascuno ha una differente tendenza ad ingiallire col passare degli anni che, oltre al fumo, può dipendere:

  • dall’alimentazione;
  • dalla scarsa o inadeguata igiene orale;
  • dall’assunzione di alcuni farmaci;
  • dall’assottigliamento dello smalto dovuto all’età.

Anche se si fumano le sigarette elettroniche, quindi, le macchie ai denti potrebbero non dipendere da questa abitudine.

secchezza delle fauci - Studio Motta Jones Rossi & Associati

Cause e rimedi della secchezza delle fauci e della scarsa salivazione

Quando si avverte la sensazione di “bocca secca” ovvero di secchezza delle fauci si soffre di quella che in medicina è conosciuta come xerostomia. La xerostomia può degenerare anche in iposcialia. Si tratta in ogni caso di problemi legati alla scarsa salivazione.

La saliva è un elemento di grande importanza per il nostro organismo. Svolge funzioni basilari di protezione della salute del cavo orale. Nella saliva sono presenti enzimi come lipasi e alfa-amilasi, i quali contribuiscono attivamente alla digestione. Questo elemento, inoltre, lubrifica la bocca, protegge i denti e le mucose e favorisce la fonazione. La saliva contrasta anche l’azione di germi e batteri perché contiene perossidasi, immunoglobuline di tipo A e lisozima.

PRINCIPALI CAUSE DELLA SECCHEZZA DELLE FAUCI O “BOCCA SECCA”

L’iposcialiasi si può verificare a causa di fattori di diverso genere. Alcuni dei fattori scatenanti più frequenti sono:

  • febbre e episodi di disidratazione;
  • ostruzioni nasali che costringano alla respirazione con la bocca;
  • assunzione di farmaci neurolettici o antistaminici;
  • tabagismo;
  • consumo eccessivo di alcol;
  • periodi di forte stress;
  • ansia;
  • diabete;
  • sclerosi multipla a placche;
  • morbo di Parkinson;
  • Alzheimer;
  • sindrome di Sjogrens;
  • patologie autoimmuni;
  • tumori;
  • diabete;
  • radioterapia e chemioterapia;
  • scialodochiti;
  • scialolitiasi.

Queste cause portano alla disfunzione delle ghiandole salivari maggiori, responsabili della secrezione salivare. Quando la secchezza della bocca si accompagna ad un aumento della sudorazione e alla magrezza eccessiva, questa può essere segnale d’allarme dell’ipertiroidismo.

SINTOMI E DIAGNOSI DELLA SECCHEZZA DELLE FAUCI

Uno dei sintomi più frequenti di xerostomia e iposcialia è che si sente la bocca pastosa e secca. Nei casi gravi si può arrivare ad avere difficoltà ad assumere cibo e a parlare. Quando si ha la bocca secca, inoltre, si beve spesso e non ci si sente mai realmente dissetati. Altri tipici sintomi sono:

  • alitosi,
  • percezione alterata dei sapori,
  • difficoltà nella masticazione,
  • difficoltà nella deglutizione,
  • gola secca,
  • bruciore alla lingua.

Il dentista può effettuare una diagnosi della iposcialia attraverso un esame della presenza di:

  • mucose atrofiche;
  • candidosi;
  • carie diffuse;
  • infezioni

RIMEDI PER LA XEROSTOMIA

Quando si presenta il problema della bocca secca è molto importante rivolgersi al dentista per la corretta diagnosi della xerostomia e dell’iposcialia. Il medico procederà con una verifica accurata della funzionalità delle ghiandole salivari maggiori. Stabilita la causa e individuato il comportamento scatenante della malattia, verrà indicato come evitarlo e, in alcuni casi, verranno prescritti dei farmaci. Solitamente i dentisti prescrivono medicinali che favoriscono la secrezione salivare, per accelerare il processo di guarigione.

Idratarsi e bere molta acqua contribuisce ad alleviare la sensazione di bocca secca, indipendentemente dalla causa. Sono molto importanti anche:

  • l’assunzione di sali minerali,
  • la corretta igiene del cavo orale,
  • l’assunzione di frutta e verdura,
  • umidificazione degli ambienti in cui soggiorna.

È utile risciacquare la bocca con un collutorio specifico e applicare umettanti artificiali in spray.

secchezza delle fauci - Studio Motta Jones Rossi & Associati

secchezza delle fauci – Studio Motta Jones Rossi & Associati

Come prevenire il problema della xerostomia

Chi soffre frequentemente di episodi di bocca secca e scarsa salivazione, può fare particolare attenzione ad evitare alcuni comportamenti che favoriscono tale disfunzione. Alcune abitudini viziate da evitare per diminuire le possibilità di comparsa della malattia sono:

  • il fumo,
  • la respirazione con la bocca aperta anziché con il naso,
  • la scarsa assunzione di liquidi,
  • l’eccessiva assunzione di alcool.
stomatite cure e rimedi

Cure e rimedi per la stomatite

Col termine stomatite ci si riferisce ad un processo infiammatorio che si manifesta nel cavo orale. La stomatite colpisce indistintamente maschi e femmine, giovani o adulti, può essere acuta o cronica, diffusa o localizzata. Le zone del cavo orale maggiormente colpite da questo problema sono: il palato, la superficie interna delle guance, la lingua, le labbra e le gengive. Le manifestazioni tipiche dell’infiammazione nella mucosa del cavo orale sono:

  • gengiviti;
  • ulcere o afte della bocca che causano dolore;
  • glossiti;

Il forte fastidio causato dalla stomatite può provocare un calo dell’appetito e dolore durante l’assunzione di cibo. La conseguente variazione della dieta altera dunque lo stato nutrizionale portando a disidratazione e malnutrizione.

Cosa fare – ⬆️

Sebbene la stomatite sia tendenzialmente classificata come un disturbo lieve, è opportuno riconoscere tempestivamente questa malattia. Il processo infiammatorio infatti risulta estremamente fastidioso e si può aggravare se non viene curato immediatamente. I sintomi sono: dolore durante l’assunzione di cibo, quando si parla e quando si lavano i denti e aumento della sensibilità al caldo e al piccante. Compaiono tipicamente anche rossore, gonfiore, pustole, afte e possono esserci perdite di sangue.

Con l’aiuto del dentista si deve fare attenzione a distinguere le ulcere labiali contagiose causate dall’Herpes simplex dalle afte della stomatite. Può aiutare l’utilizzo di collutori antisettici per disinfettare la bocca. In alcuni casi, si possono assumere di farmaci da banco che alleviano i sintomi (vedi oltre).

NB. La diagnosi spetta al medico

Tra le cose da fare è importante identificare le cause scatenanti e riconoscere eventuali stomatiti idiopatiche, per procedere col trattamento idoneo. Le cause della stomatite possono essere:

  • allergie o intolleranze alimentari. In tal caso si dovrà eliminare l’allergene o la molecola che provoca la reazione;
  • carenze nutrizionali che richiedono una dieta mirata;
  • stress fisico e mentale che richiede una correzione dello stile di vita;
  • abbassamento delle difese immunitarie della bocca;
  • malattie più importanti autoimmuni o che riguardano il sistema endocrino ed il metabolismo;
  • assunzione di alcuni farmaci;
  • agenti irritanti a livello chimico o fisico, come ad esempio le protesi dentarie mobili;
  • presenza di un polimorfismo genetico che aumenta la concentrazione di IL-1 e TNF-alfa scatenando l’infiammazione della stomatite;
  • infezioni da batteri, funghi o virus, anche peggiorate da scarsa igiene orale.
stomatite cure e rimedi - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

stomatite cure e rimedi – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Cosa non fare – ⬆️

  • Trascurare la comparsa dei primi segnali e rischiare che la malattia si aggravi;
  • cercare di diagnosticare da soli la malattia e di distinguerla dall’Herpes simplex senza rivolgersi al dentista. In tal modo si rischia di seguire una terapia inadeguata e peggiorare l’eventuale presenza di Herpes;
  • evitare di effettuare i test per la diagnosi di allergie e intolleranze;
  • continuare ad usare prodotti che hanno causato la malattia;
  • seguire una dieta alimentare disordinata, che può provocare carenze nutrizionali;
  • persistere in condizioni di forte stress psico-fisico;
  • trascurare eventuali problemi al sistema endocrino, malattie autoimmuni e del metabolismo;
  • assumere farmaci di cui notoriamente si ha scarsa tolleranza;
  • fare uso di prodotti irritanti a livello chimico o fisico;
  • trascurare la quotidiana e corretta igiene orale;
  • trascurare la terapia farmacologica prescritta dal dentista;
  • assumere cibi e bevande che facilitano la comparsa della malattia;
  • fumare

Cosa mangiare – ⬆️

Numerosi alimenti sono ricchi di nutrienti utili all’organismo. La loro assenza dalla dieta può favorire la comparsa della stomatite. Alcuni nutrienti che aiutano il sistema immunitario sono:

  • Vitamina C presente in alimenti come lattuga, peperoni, broccoli, cicoria, patate novelle, cappuccio, pomodori, agrumi, kiwi, ciliegie, ananas, fragole, prezzemolo, ecc.;
  • Acido folico presente nel fegato, in vari ortaggi, in frutta e legumi;
  • Zinco presente nel pesce, nei cereali, nei legumi, nella carne rossa, nella frutta secca;
  • Ferro presente nelle uova, nel tessuto muscolare di animali e pesci, nelle frattaglie;
  • Probiotici presenti negli alimenti fermentati come yogurt, latticello, tofu, tempeh;
  • Vitamina B12 presente nei medesimi alimenti che contengono maggiormente il ferro;
  • Vitamina B5 presente nelle frattaglie, nelle uova, nei funghi, nei cereali integrali;
  • Vitamina B1 presente nel fegato, nel rene, nei legumi e nei cereali integrali;
  • Vitamina PP presente nei cereali, nella carne e nei prodotti della pesca;

Vitamina D presente nel pesce, nell’olio di pesce e nel tuorlo dell’uovo.

Cosa non mangiare – ⬆️

Alcuni alimenti favoriscono l’insorgenza della stomatite e ne peggiorano la sintomatologia:

  • alcool;
  • caffè;
  • cibi e bevande molto caldi;
  • alimenti piccanti;
  • glutine, per chi soffre di celiachia

Cure e rimedi naturali – ⬆️

Determinati integratori alimentari nonché piante ad azione officinale e rimedi fitoterapici facilitano la scomparsa dei sintomi della stomatite. Vediamo quali prodotti dell’erboristeria possono aiutare a prevenire l’insorgenza della malattia:

  • estratti o tisane di piante immunostimolanti come Androgafis, Astragalo, Echinacea, Eleuterococco, Vischio, Uncaria, Cordyceps, Aglio, Aloe gel, Curcuma;
  • Calendula, per un’azione antiflogistica e cicatrizzante;
  • Ribes, dal potere antinfiammatorio;
  • Rosa canina, ad alto contenuto di vitamina C;
  • Limone, disinfettante e ad alto contenuto di vitamina C;
  • Propoli, come antisettico;
  • Vitamina C, dalle proprietà immunostimolanti e antiossidanti;
  • Vitamina D, potente immunostimolante;
  • Probiotici, a base di lattobacilli e bifidobatteri.
Stomatite - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Stomatite – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Cure farmacologiche – ⬆️

I farmaci più comunemente prescritti per trattare il problema sono:

  • collutori medicati che contengono molecole specifiche quali
  • Desametasone, un corticocosteroide che attenua i sintomi,
  • Tetraciclina, un antibatterico che inibisce la sintesi proteica,
  • Nistatina, un antibiotico che inibisce le funzioni della membrana citoplasmatica,
  • Difenidramina, un antistaminico e anestetico locale;
  • Pomate antinfiammatorie quali
  • Desametasone,
  • Triamcinolone,
  • Amlexanox;
  • Antibiotici, antimicotici o antivirali prescritti dal medico quando c’è infezione;
  • Anestetici e antidolorifici, per alleviare il dolore causato dalla lesione, quali
  • Sucralfato,
  • Lidocaina,
  • Medicamenti protettivi o di barriera.

Prevenzione – ⬆️

Quando si conoscono le cause scatenanti della stomatite in un paziente che ne soffre con frequenza, è importante prendere alcuni accorgimenti:

  • eseguire una quotidiana e accurata igiene orale;
  • usare un collutorio;
  • usare lo spazzolino da denti ed il dentifricio;
  • seguire una dieta alimentare equilibrata e priva di molecole non tollerate;
  • limitare il consumo di alcolici;
  • limitare lo stress chimico e fisico;
  • non fumare.

Trattamenti medici – ⬆️

Non esistono specifici trattamenti medici della stomatite. Alcuni interventi di correzione dei denti vengono presi in considerazione nei pazienti in cui la stomatite è una delle conseguenze di problemi collegati alla dentatura.

Stomatite cure

Stomatite: cure, diagnosi e prevenzione

Cos’è la Stomatite?

La stomatite è un’infiammazione che colpisce la mucosa della bocca; le cause sono di varia natura: chimica, infiammatoria, batterica, meccanica, funghi, virus, malattie sistemiche (autoimmuni, metaboliche, etc…). Tutti questi fattori possono favorire le infezioni del cavo orale, che in tal modo si infiamma e genera i classici disturbi della stomatite.

Stomatite - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Stomatite – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Diagnosi – ⬆️

Riconoscere i segni clinici ed effettuare la corretta diagnosi della stomatite

La diagnosi della stomatite si effettua analizzando i sintomi clinici e la storia clinica del paziente. Chi soffre di stomatite, in genere, avverte una sensazione di bruciore ed una forte sensibilità quando ingerisce alimenti molto caldi o molto freddi, nonché sensibilità quando assume alimenti irritanti.

Quando si è affetti da stomatite è necessario consultare il proprio dentista per individuare le cause dell’infiammazione e trattarla nel modo migliore. In questo modo si eviterà l’insorgere di disturbi secondari associati alla malattia ed alla sua cronicizzazione. Il dentista attraverso l’esame della cavità orale potrà escludere cause locali, come lesioni provocate dagli apparecchi dentali mobili o dalle protesi dentarie.

Tramite la diagnosi della stomatite si accerta:

  • la durata e la ricorrenza dei sintomi,
  • la presenza ed il livello di dolore,
  • la correlazione tra i sintomi ed il cibo o i farmaci assunti oppure l’esposizione a sostanze chimiche.

L’anamnesi deve appurare le condizioni note che potrebbero aver causato lesioni alla bocca come l’infezione da herpes simplex ed i fattori di rischio come diabete, assunzione di immunosoppressori, cancro, infezioni da HIV.

Il dentista durante la diagnosi della stomatite registrerà l’elenco degli eventuali farmaci utilizzati dal paziente e appurerà se sia stato sottoposto a radioterapia o chemioterapia.

Chi soffre di stomatite dovrà anche informare il medico sull’eventuale consumo di tabacco.

L’esame obiettivo del paziente comprende:

  • l’ispezione del cavo orale per accertare la presenza, la collocazione e la natura delle lesioni, tramite esame e palpazione di guance, palato duro e molle, lingua, labbra, linfonodi cervicali e sottomandibolari;
  • controllo delle altre superfici mucose, per individuare l’eventuale presenza di eritema, eruzioni cutanee, edema, desquamazioni;
  • la valutazione dello stato di salute generale del paziente.
Stomatite - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Stomatite – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Tramite l’esame obiettivo si ricercano eventuali possibili cause anche a livello sistemico. Ad esempio: irritazione oculare, lesioni genitali, diarrea cronica e debolezza, perdita di peso.

In genere sono tipici di una stomatite sintomi come: bolle sulla pelle, presenza di febbre alta, infiammazione agli occhi e sistema immunitario compromesso. Tali stomatiti sistemiche devono essere trattate immediatamente in maniera specifica.

Test diagnostici e interpretazione

Se il medico lo ritiene opportuno può prescrivere al paziente dei test diagnostici a seguito dell’esame clinico. Questi permetteranno di riscontrare segni tipici della stomatite o eventuali fattori di rischio. Non si tratta di indagini eseguite comunemente ma sono raccomandate in modo particolare quando la malattia diventa cronica o sistemica. Le analisi che si possono effettuare sono:

per chi soffre di stomatite ricorrente, analisi microbiologica mediante coltura, determinazione della ferritina, sideremia, vitamina B12, zinco e acido folico, ricerca degli anticorpi anti-endomisio per la diagnosi della celiachia, biopsia delle lesioni se queste non hanno una eziologia evidente.

Più specifiche sono analisi di laboratorio come:

  • Test di Tzanck. Si tratta di un esame al microscopio dello striscio di materiale prelevato da una vescicola, che permette di distinguere affezioni come herpes simplex, herpes zoster, varicella e pemfigo;
  • coltura per herpes simplex virus;
  • test sierologico per la sifilide;
  • immunofluorescenza per stabilire se si tratti di stomatite aftosa ricorrente o di patologie cutanee bollose.

I risultati degli esami effettuati tramite biopsia e analisi permettono di evidenziare eventuali patologie ematologiche, carcinoma orale e vasculite.

Trattamento – ⬆️

Al fine di individuare la terapia corretta, è necessario accertare la causa specifica dell’insorgenza della stomatite. Il trattamento delle stomatiti varia a seconda della tipologia di infiammazione, dei sintomi e dell’insieme di fattori che hanno originato il disturbo.

La stomatite generalmente si cura con farmaci da banco che permettono di alleviare i sintomi dell’affezione:

  • la tetraciclina, un antibatterico che inibisce la sintesi proteica;
  • farmaci antisettici, utili per disinfettare la cavità orale;
  • in caso di infezione e su indicazione del dentista, antimicotici, antibiotici e antivirali;
  • anestetici ed antidolorifici, per attenuare il dolore causato dalle lesioni.

Il trattamento della stomatite in genere è rivolto alla causa specifica, mentre a livello locale si prescrive l’applicazione di farmaci corticosteroidei e l’utilizzo di collutori antisettici. Alcune tipologie di collutori sono più indicate per la cura della stomatite, poiché contengono principi attivi ed ingredienti efficaci per trattare i segni comparsi a seguito dell’insorgenza della stomatite. Alcuni esempi di componenti attivi utili a tale scopo sono:

  • il desametasone, un corticosteroide che allevia i sintomi tipici dell’infiammazione quali gonfiore, dolore e bruciore;
  • il difenidramina, un antistaminico ed anestetico locale;
  • la nistatina, un antibiotico che inibisce le funzioni della membrana citoplasmatica, si lega alla membrana del patogeno e ne induce la neutralizzazione.

I collutori che contengono questi principi attivi in genere devono essere prescritti dal medico e risultano essere un rimedio efficace per il trattamento della stomatite.

Altri trattamenti a livello locale si effettuano utilizzando:

  • medicamenti protettivi o di barriera;
  • farmaci anti-infiammatori come triamcinolone, amlexanox e desametasone;
  • cauterizzazione chimica o fisica;
  • anestetici come lidocaina e sucralfato.

Se si soffre di stomatite può essere utile adottare alcuni accorgimenti ai primi sintomi:

  • evitare l’assunzione di eventuali sostanze che hanno già causato la stomatite al paziente;
  • effettuare con maggior attenzione e cura la quotidiana igiene orale con dentifricio e filo interdentale, per prevenire l’insorgere di infezioni secondarie;
  • evitare l’assunzione di alcol e caffè e l’uso di tabacco.

Rimedi naturali – ⬆️

Chi predilige i rimedi naturali e fitoterapici può provare ad utilizzare alcune piante medicinali che contribuiscono efficacemente alla cura della stomatite:

Descrizione Attività principale
Ribes Azione anti-infiammatoria
Calendula Antiflogistica e cicatrizzante
Vitamina C Antiossidante e immunostimolante, accelera la cicatrizzazione delle ulcere della bocca
Limone Disinfettante
Propoli Antisettica
Rosa canina Elevata concentrazione di vitamina C

In presenza di un’infezione del cavo orale è importante mantenere un buono stato di salute e adottare una dieta adeguata. Alcuni cibi si possono assumere ogni giorno per rafforzare il sistema immunitario come carote, arance, cavoli, limone, albicocche, miele e mirtilli. Affinché l’assunzione di cibo non contrasti gli effetti della cura della stomatite, è opportuno evitare l’assunzione di: alcol, caffè, zucchero, cioccolato, cereali raffinati, carni rosse, bevande e alimenti molto caldi.

Prevenzione – ⬆️

Per prevenire le stomatiti la prima abitudine importante è quella di eseguire ogni giorno una corretta igiene orale: i denti vanno puliti dopo ogni pasto e la bocca si può disinfettare con un collutorio.

Al fine di evitare la comparsa di malattie del cavo orale è fondamentale fare attenzione ai fattori di rischio descritti ed anche seguire una dieta alimentare equilibrata, limitando il consumo di alcolici. Smettere di fumare è un altro passo importante per evitare l’insorgenza della stomatite.

Stomatite

Stomatite. Cause, sintomi e definizione

Definizione – ⬆️

La stomatite consiste in un processo infiammatorio, acuto o cronico, che si presenta nella cavità orale di persone di tutte le età. Si può manifestare in una sede specifica della mucosa orale oppure in modo diffuso. La stomatite dà diversi sintomi all’interno della bocca: arrossamento, ulcere orali (afte), gonfiore, sanguinamento. Tali segni si associano ad una sensazione di dolore quando si mangia, quando si parla e mentre si lavano i denti.

La stomatite si presenta sul tessuto di rivestimento della cavità orale: può manifestarsi nelle guance, nelle labbra, sul palato, sulle gengive, sulla lingua. Spesso è associata a piccole ulcere che causano dolore e vengono comunemente chiamate afte della bocca.

Forme di stomatite – ⬆️

A seconda della zona del cavo orale coinvolta, possono manifestarsi anche disturbi secondari come: glossiti (sulla lingua), gengiviti e cheiliti (sulle labbra). Quando le lesioni che compaiono con le stomatiti sono estremamente dolorose, può diventare difficoltoso persino assumere cibo. Ne conseguono malnutrizione e disidratazione.

Se si soffre di stomatiti con una certa frequenza, è opportuno analizzare quali possano essere i fattori scatenanti. Solitamente i più comuni risultano intolleranze alimentari, allergie, carenze nutrizionali, condizioni di elevato stress.

Tipologie di stomatite

Le tipologie più comuni di stomatite sono:

  • Stomatite da antibiotici,
  • Stomatite erpetica,
  • Stomatite di origine tossica,
  • Stomatite aftosa,
  • Stomatite catarrale,
  • Stomatite ulcerosa,
  • Stomatite di Vincent,
  • Stomatite da nicotina.
Stomatite - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Stomatite – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Sintomi – ⬆️

L’infiammazione della stomatite di solito è dolorosa. Il fastidio si può avvertire sia localizzato in alcuni punti, sia come bruciore diffuso. Masticando e mangiando questo dolore aumenta. I sintomi più frequenti associati alla stomatite sono:

  • comparsa di afte,
  • mucosa orale arrossata,
  • comparsa di pustole.

A questi sintomi generali si aggiungono spesso altri segni come: gengive che sanguinano, alitosi, maggiore secrezione salivare, febbre e linfonodi ingrossati.

Le stomatiti si devono distinguere dall’herpes simplex che causa la comparsa di ulcere labiali. Le vescicole dovute all’infezione del virus dall’herpes simplex si localizzano esternamente alla cavità orale, ad esempio intorno alle labbra, sul mento o dentro alle narici e sono anche contagiose.

Pustole e afte associate alla stomatite non si possono invece trasmettere.

Cause – ⬆️

Nella mucosa orale risiedono numerosi batteri saprofiti e patogeni, che in determinate quantità possono agevolare l’insorgere di infiammazioni. Il normale flusso di saliva di solito riesce a proteggere la mucosa dagli attacchi fisici, meccanici e chimici.

L’insorgere della stomatite, in alcuni casi, coincide con una diminuzione delle difese immunitarie del cavo orale che favorisce la proliferazione di batteri, virus o funghi. Eventuali carenze nutrizionali o  disturbi del sistema endocrino possono agevolare tale deficit. Altre cause delle stomatiti possono essere una reazione allergica o il contatto con sostanze irritanti. Oltre alle manifestazioni delle stomatiti localizzate sull’epitelio, alcune malattie sistemiche facilitano la comparsa dei disturbi tipici della stomatite. La stomatite può essere anche considerata una malattia idiopatica (ovvero, talvolta compare senza cause esterne evidenti).

Stomatite - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

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I principali fattori che facilitano la comparsa della stomatite possono essere di diversa natura:

  • Malattie infettive,
  • Composizione della saliva alterata,
  • Scarsa igiene orale,
  • Alterazioni metaboliche.

Le più comuni cause della stomatite includono:

  • Infezioni batteriche
    • Actinomicosi orale
    • Gengivite acuta ulcerativa necrotizzante
    • Gonorrea
    • Sifilide
    • Tubercolosi
  • Infezioni fungine
    • Infezioni da candida
    • Criptococcosi (micosi provocata dal Cryptococcus neoformans)
    • Coccidiomicosi (micosi sistemica causata dal fungo Coccidioides immitis)
    • Mucurmicosi
    • Blastomicosi (micosi sistemica dovuta al Blastomyces dermatitidis)
  • Infezioni virali
    • Herpes simplex (infezione primaria, soprattutto nei bambini)
    • Herpes simplex (infezione secondaria, herpes labiale su labbra o palato)
    • Varicella-zoster virus (infezione primaria del virus herpetico di tipo 3, che causa la varicella)
    • Herpes zoster (per riattivazione del Varicella-zoster virus latente, chiamato comunemente “fuoco di Sant’Antonio”)
    • Altre infezioni: coxsackievirus, citomegalovirus, virus di Epstein-Barr, HIV, condilomi acuminati, influenza, rosolia
  • Malattie sistemiche
    • Diabete
    • Celiachia
    • Immunodeficienza
    • Sindrome di Behçet
    • Malattie infiammatorie intestinali
    • Carenze nutrizionali
    • Carenza di ferro
    • Carenza di vitamina B3 (pellagra)
    • Carenza di vitamina C (scorbuto)
    • Leucemia
    • Disordini piastrinici
    • Neutropenia ciclica
    • Malattia di Kawasaki
    • Sindrome di Stevens-Johnson
    • Porpora trombotica trombocitopenica
    • Pemfigo volgare
    • Eritema multiforme
  • Farmaci
    • Antibiotici (prolungati trattamenti con penicillina, tetraciclina, cloramfenicolo..)
    • Anticonvulsivi
    • Barbiturici
    • Farmaci chemioterapici
    • Farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS)
  • Agenti irritanti la mucosa orale, irritazioni di natura fisica e reazioni allergiche
    • Cibi acidi o irritanti (esempio: alimenti piccanti o speziati)
    • Assunzione di alimenti e/o bevande troppo calde (provocano scottature nella cavità orale)
    • Apparecchi dentali e/o protesi inadeguate o con bordi taglienti (che possono provocare traumi persistenti)
    • Esposizione professionale a coloranti, vapori acidi, metalli pesanti (esempio: mercurio, bismuto, piombo)
    • Consumo eccessivo di alcool
    • Tabacco (la stomatite nicotinica colpisce in particolare i fumatori di pipa)
    • Dentiere che si adattano male
    • Traumi (esempio: morsi all’interno della bocca o alla lingua; lavaggio troppo vigoroso dei denti)
    • Ipersensibilità di tipo IV (per reazioni a ingredienti di dentifricio, collutorio, caramelle, coloranti o rossetti)
  • Altre
    • Cancro orale
    • Xerostomia (nota anche come secchezza delle fauci)
    • Sindrome della bocca urente (sindrome della bocca che brucia o stomatopirosi)
    • Lichen planus (malattia mucocutanea di origine immunitaria)
    • Stomatite aftosa ricorrente
    • Radioterapia
    • Chemioterapia
    • Condizioni di stress e di ansia

Fattori di Rischio – ⬆️

I principali fattori che favoriscono le stomatiti sono:

  • Carenze alimentari,
  • Malattie sistemiche croniche,
  • Immunodeficienza,
  • Scarsa igiene orale,
  • Traumi,
  • Protesi inadeguate,
  • Chemioterapia e radioterapia.

Uno specifico polimorfismo genetico può, inoltre, determinare elevate concentrazioni di IL-1 e TNF-α, predisponendo all’insorgenza della stomatite aftosa ricorrente.

Malattia parodontale schema

Cos’è la malattia parodontale? Ecco come riconoscerla e curarla

Spesso ci si riferisce alla malattia parodontale anche con i termini parodontite e piorrea. Si tratta di una malattia dentale di origine batterica che innesca un processo infiammatorio. Colpisce in Italia circa il 60% della popolazione ed in modo particolare le persone di età compresa tra i 35 ed i 44 anni. Quasi il 10% degli italiani soffre di forme avanzate della patologia (dati). L’aspetto più insidioso di questa patologia è che agisce in modo poco evidente e se non viene prontamente curata, porta alla distruzione del tessuto di sostegno dei denti. L’apparato di sostegno del dente, ovvero il parodonto, è costituito da:

  • osso alveolare,
  • gengiva,
  • fibre elastiche,
  • cemento radicolare.

Inizialmente l’infiammazione che accompagna la parodontite interessa in genere le gengive e si manifesta come gengivite. Il segnale più frequente di questa flogosi è il sanguinamento.

Sintomi della malattia parodontale

L’insorgere di questa malattia purtroppo avviene spesso in maniera asintomatica. Quando le gengive sono infiammate perdono la loro naturale consistenza duro-elastica e la colorazione rosata e presentano rossori e gonfiori. Questo è uno dei sintomi da tenere in considerazione. I segnali da non sottovalutare nell’auto diagnosi della malattia del parodonto o piorrea, sono inoltre:

  • alito cattivo,
  • sapore anomalo nel cavo orale,
  • sanguinamento gengivale spontaneo o allo spazzolamento o quando si masticano cibi duri,
  • recessione della gengiva,
  • mobilità dei denti.

Molti pazienti si accorgono di avere un problema solo quando comincia la mobilità dentale. Questa, se non trattata adeguatamente, degenera fino alla caduta dei denti.

In presenza di uno o più di uno di questi sintomi, una visita odontoiatrica è fondamentale per una corretta diagnosi. La diagnosi precoce consente di effettuare il trattamento corretto. Poter intervenire quando i tessuti parodontali non sono ancora compromessi può allungare il tempo di permanenza dei denti nella bocca.

Cause della malattia parodontale

Questa malattia ha una origine multifattoriale e le principali cause sono la predisposizione genetica, i batteri ed il fumo. Le gengiviti trascurate sono tra le cause che portano spesso ad una retrazione del solco gengivale a seguito della quale si formano le tasche parodontali. Se non si interviene immediatamente, i germi anaerobi si moltiplicano e l’infiammazione si estende al parodonto e alle ossa che sostengono i denti. Le tossine prodotte aggrediscono le cellule dei tessuti parodontali, compresi gli osteoblasti.

Malattie delle gengive - Parodontite: sintomi, cause e terapie per la cura -Studio Dentistico Motta Jones Rossi - Milano Centro

Malattie delle gengive – Parodontite: sintomi, cause e terapie per la cura -Studio Dentistico Motta Jones Rossi – Milano Centro

Malattia parodontale e prevenzione

Un controllo periodico con un sondaggio parodontale è il miglior strumento di prevenzione per intervenire immediatamente ed evitare il degenerare della malattia. Il sondaggio è un test indolore che misura il grado di danneggiamento dei tessuti gengivali e dei tessuti parodontali. Oltre agli esami preventivi che si possono effettuare presso lo studio dentistico di fiducia, ci sono degli accorgimenti da prendere quotidianamente.

La pulizia regolare del cavo orale e dei denti con spazzolino e filo interdentale è di fondamentale importanza per prevenire l’insorgere di malattie. L’astensione dal fumo inoltre può contribuire a ridurre il rischio di infezioni poiché le tossine presenti nel fumo facilitano l’azione dannosa dei batteri. Lo stress e le condizioni che abbassano le difese immunitarie dell’organismo sono un altro fattore che incide nella comparsa di malattie dei denti.

Cura della malattia parodontale

Il controllo della placca batterica sopragengivale e sottogengivale e l’eventuale assunzione di farmaci locali o sistemici sono gli strumenti principali per evitare il degenerare della malattia parodontale. In alcuni casi possono essere necessarie anche più sedute di detartrasi presso lo studio dentistico. Questa va completata con la lucidatura delle superfici strumentate tramite spazzolini o coppette con pasta pomice. La pulizia degli spazi interdentali può essere rifinita con strisce abrasive.

La levigatura radicolare è una tipologia di igiene professionale specifica per la rimozione del tartaro sottogengivale. Questa può essere eseguita:

  1. a “cielo chiuso”, ovvero senza effettuare lo scollamento della gengiva;
  2. a “cielo aperto”, ovvero effettuando il sollevamento dei lembi gengivali per migliorare l’accesso al sito da trattare.
Tasche parodontali e tasche gengivali

Tasche parodontali e tasche gengivali: vediamo di cosa si tratta e come si curano

La definizione di tasche parodontali si riferisce alle tasche che si formano quando la profondità del solco gengivale aumenta. Il solco gengivale è un canale stretto e poco profondo che si trova ai lati del dente. In condizioni normali quindi, il tessuto osseo e quello della gengiva si adattano perfettamente attorno ai denti. In presenza della malattia parodontale, invece, l’estensione dell’infiammazione in profondità determina la distruzione ossea e la formazione delle tasche gengivali. Queste ultime divengono sempre più profonde, rendendo disponibile un più ampio spazio per la crescita dei batteri che si accumulano ed avanzano in profondità. In tal modo l’igiene orale domiciliare e professionale non sono più sufficienti a rimuovere i batteri. In casi più gravi la parte di osso danneggiata è tale da dover ricorrere all’estrazione dentale.

Principali cause delle tasche parodontali

Il deposito di placca è la causa principale di questo fenomeno. Se la placca non viene rimossa regolarmente provoca la distruzione dell’epitelio sulcare, il quale per difendersi si sposta più in basso. I batteri provocano solitamente gengiviti, i cui sintomi sono sanguinamenti gengivali. Quando si annidano nella tasca dentale producono tossine che distruggono gli osteoblasti, cellule responsabili della riproduzione dell’osso. Uno dei sintomi di questo stadio della malattia è la mobilità dei denti. Altre cause del formarsi di una tasca dentale possono essere:

  • il fumo,
  • lo stress,
  • la gravidanza,
  • gli squilibri ormonali,
  • le terapie farmacologiche,
  • la carenza di vitamina C e K.

Risulta evidente quindi che la prevenzione è fondamentale per diminuire drasticamente la possibilità che insorga questo problema. Una corretta pulizia dei denti è l’arma migliore per non incorrere nella formazione di tasche gengivali.

Placca batterica - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Placca batterica – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Come si cura la patologia delle tasche parodontali

Vediamo cosa fare in presenza di una tasca parodontale. Il primo passo è recarsi presso uno studio dentistico per una diagnosi corretta:

  • il paziente affetto da malattia parodontale viene sottoposto ad una visita specialistica, che si articola in un esame clinico e radiografico. Questi servono a valutare le condizioni dei tessuti di sostegno del dente necessarie per formulare una diagnosi. Il “sondaggio parodontale” si effettua inserendo una sonda millimetrata tra il dente ed il margine gengivale;
  • completata la visita, viene programmata la cosiddetta fase di terapia causale per il paziente, preposta all’eliminazione di placca e tartaro sopra e sotto gengivale. Si cercherà anche di ottimizzare il metodo da applicare per l’igiene orale domiciliare;
  • attraverso una seconda visita di valutazione si esaminano le condizioni cliniche dei tessuti parodontali ed una eventuale terapia chirurgica. Questa è finalizzata all’eliminazione della tasca gengivale e della placca sotto gengivale e alla ricostruzione dei tessuti parodontali distrutti.
Tasche parodontali e tasche gengivali - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Tasche parodontali e tasche gengivali – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Tipologie di interventi per la cura delle tasche parodontali

Esistono due tipologie di interventi chirurgici per ridurre la profondità della tasca gengivale:

  • il primo tipo di intervento consiste nel riportare la gengiva accostata all’osso per ristabilire i rapporti fisiologici. Il medico discosta i tessuti gengivali per rimuovere i batteri e leviga le superfici ossee alterate dalla malattia;
  • il secondo tipo di intervento permette di recuperare parte del danno rigenerando l’osso e il tessuto gengivale andati perduti ed eliminando la tasca dentale. Il medico procede discostando i tessuti gengivali per rimuove i batteri. In seguito può ricorrere all’applicazione di membrane, innesti di osso o proteine che stimolano i tessuti per aumentare la loro capacità di rigenerarsi.

Benefici dell’intervento di rimozione delle tasche parodontali

È molto importante ridurre la profondità della tasca parodontale ed eliminare i batteri presenti per prevenire il danno causato dalla progressione della malattia parodontale. La sola eliminazione dei batteri potrebbe non essere sufficiente a prevenire la ricomparsa della malattia.

La pulizia di una tasca gengivale profonda risulta più difficile, pertanto è fondamentale ridurne le dimensioni. La riduzione della profondità della tasca parodontale aumenta le probabilità di mantenere i denti sani. Questa naturalmente va associata alle corrette procedure di igiene orale domiciliare e professionale. In tal modo diminuirà il rischio di gravi problemi di salute correlati con la malattia parodontale.

Come prevenire il problema delle tasche parodontali

I primi sintomi della presenza di tasche gengivali sono alitosi, sanguinamento e dolore. Nel momento in cui si cominciano ad avvertire queste tipologie di fastidi in genere la malattia è già ad uno stadio avanzato. Molto spesso la presenza iniziale di una tasca parodontale, infatti, non dà alcun particolare sintomo. Per questo motivo è molto importante mantenere la buona abitudine di effettuare controlli periodici frequenti dal proprio dentista di fiducia. Nell’ipotesi in cui il dentista riscontri la presenza di tasche dentali quando si stanno ancora iniziando a formare, potrà optare per rimedi meno invasivi.