Scanner per impronte nei bambini

Durante questi anni abbiamo focalizzato la nostra attenzione sul migliorare il comfort del paziente grazie allo sviluppo tecnologico dei materiali e delle conoscenze biologiche. Di continuo ci sono novità che consentono anche ai bambini di andare dal dentista divertendosi! A tal proposito ora i nostri piccoli pazienti non devono più preoccuparsi delle impronte dei denti: le classiche impronte in alginato (la pasta molle che poi indurisce in qualche minuto) rischiano di diventare ben presto un ricordo del passato. Sono disponibili degli scanner speciali per la bocca. Questi scanner sono di piccole dimensioni e sono in grado di catturare i contorni delle strutture dentali e gengivali, producendo una perfetta copia tridimensionale sullo schermo di un computer senza la necessità di avere ingombri in bocca e quella a volte fastidiosa sensazione che da’ il senso di vomito a non pochi.

La precisione di queste macchine supera quella dei metodi classici. Inoltre permette a noi dentisti di avere immediatamente disponibili quelle informazioni che solitamente dovremmo aspettare dalla fabbricazione del modello in gesso. Ora le immagini acquisite sono utilizzabili immediatamente per progettare il nuovo apparecchio. Inoltre in caso di errori nella rilevazione delle impronte digitali, possiamo correggere le immagini in pochi secondi senza dover ripetere la poco simpatica procedura con la pasta in bocca. Sicuramente un ulteriore e non scontato vantaggio è l’estrema precisione che ci permette di creare apparecchi personalizzati: come se andassimo da un esperto sarto a farci confezionare un vestito su misura con il vantaggio che i tempi di acquisizione delle “misure” sono minori ed anche i tempi di fabbricazione sono inferiori. È infatti una metodica veloce che permette al paziente di non stare a lungo con la bocca aperta e che ci dà apparecchi su misura.

Le recessioni gengivali

La recessione è uno spostamento del margine gengivale verso l’alto se coinvolge il dente dell’arcata superiore o verso il basso se, al contrario, il dente affetto è quello inferiore. La recessione può essere singola, se interessa un unico elemento dentario, o multipla, se coinvolge più denti. Il paziente molto spesso percepisce la recessione osservando che un dente appare più lungo rispetto a quelli vicini. Diversi sono i fattori che possono dare origine alla recessione. Tra questi ritroviamo una predisposizione genetica, un errato utilizzo dei presidi di igiene orale domiciliare, un accumulo di placca batterica localizzata ed infine la parodontite (o piorrea).

La terapia delle recessioni è molto spesso di tipo chirurgico, ma viene sempre preceduta dall’eliminazione del fattore causale; ad esempio, se la causa è legata ad un uso scorretto dello spazzolino manuale, la prima indicazione sarà quella di motivare ed istruire il paziente alla corretta igiene domiciliare. Una volta riconosciuta ed eliminata la causa, si procede con l’intervento, il cui obiettivo è quello di ricostruire la parte di gengiva mancante migliorando qualitativamente e quantitativamente i tessuti gengivali attorno al dente. Molto spesso, quando le condizioni iniziali lo suggeriscono, è indicato l’utilizzo di un innesto di tessuto gengivale prelevato dal palato per consentire il raggiungimento dell’obiettivo prefissato.

Apnea Notturna - Studio Motta Jones - Rossi - Associati

Apnea notturna: rischi, sintomi e rimedi

La sindrome dell’apnea notturna: di cosa si tratta?

Non è raro sentir parlare di apnea notturna: un fenomeno piuttosto frequente che può riguardare bambini e adulti. Come si può facilmente intuire dal nome, le apnee notturne causano l’interruzione – che può durare da qualche secondo a pochi minuti – o il rallentamento eccessivo della respirazione durante il sonno, una o più volte a notte (possono essere anche più di 30 in un’ora) a seconda della gravità della sindrome. Quando si è svegli l’aria fluisce nei polmoni grazie al sostegno dei muscoli del collo che tengono aperte le vie respiratorie e che, mentre si dorme, si rilassano causando un lieve restringimento delle stesse, senza per questo impedire all’aria di entrare e uscire. Se si soffre di apnee notturne, invece, le vie respiratorie possono rimanere ostruite. Durante queste apnee, generalmente, si passa da una fase di sonno profondo ad un’altra di sonno leggero e in seguito la respirazione torna ad essere regolare, qualche volta accompagnata dal forte russare.

Come si fa a sapere se si soffre di apnea notturna?

Statisticamente, gli uomini sono più a rischio delle donne per quanto riguarda questa patologia ma il “diretto interessato”, in genere, non ha modo di accorgersi di essere affetto dalla sindrome dell’apnea notturna, soprattutto se vive da solo: l’unico segnale di cui può rendersi conto è la sonnolenza ripetuta durante il giorno, ma spesso si finisce per attribuirla ad altri fattori. Normalmente sono le persone che dormono insieme al paziente oppure chi lo osserva e ascolta durante il sonno – come nel caso di un bambino – ad accorgersi di qualche sintomo. Non esistono esami del sangue che possano diagnosticare questa sindrome, quindi è importante valutare insieme al medico i “segnali” durante un periodo di osservazione. Si esamineranno gli eventuali precedenti di apnea in famiglia e si verificherà la presenza di gonfiori o ingrossamenti dei tessuti nella bocca, nel naso e nella gola. La cattiva qualità del sonno di chi soffre di apnea notturna può causare il rilascio degli ormoni dello stress che fanno aumentare la frequenza cardiaca e questo può essere uno dei fattori d’allarme per identificare la malattia. Uno dei sintomi più frequenti delle apnee notturne è il continuo e forte russamento che, se interrotto da pause, è seguito da un ansimare o boccheggiare del paziente; il russamento di solito è più forte quando si dorme supini. Ma attenzione: russare non significa necessariamente soffrire di apnee notturne!

Di fronte alla possibile diagnosi di apnea notturna, si può effettuare la polisonnografia in ospedale o in una clinica specializzata oppure si può ricorrere ad un monitor portatile a domicilio, per registrare l’attività cerebrale, i movimenti oculari, il battito cardiaco e la pressione.

Le diverse tipologie e cause dell’apnea notturna

A seconda di come si verifica il fenomeno dell’apnea notturna durante il sonno, sono state classificate due tipologie:

  • si parla di apnea ostruttiva se le vie respiratorie si ostruiscono oppure collassano e l’aria che attraversa l’ostruzione provoca forte russamento. È particolarmente frequente nelle persone in sovrappeso e nei bambini con tonsille ingrossate;
  • meno frequente l’apnea centrale, causata dalla mancanza di “invio” dei segnali corretti da parte della zona del cervello che controlla la respirazione ai muscoli che partecipano alla sua attivazione, diffusa ad esempio tra chi fa uso continuo di certe tipologie di farmaci.

Le vie respiratorie di chi soffre di apnea notturna restano del tutto o parzialmente ostruite perché:

  • i muscoli del collo e la lingua si rilassano troppo;
  • la lingua e le tonsille sono di dimensioni eccessive rispetto all’ampiezza delle vie respiratorie;
  • l’adipe in eccesso di un soggetto in sovrappeso può far ispessire le pareti della trachea;
  • la particolare struttura ossea di testa e collo provoca il restringimento delle vie respiratorie;
  • l’età avanzata del paziente causa una diminuzione della capacità degli impulsi nervosi di mantenere rigidi i muscoli del collo durante il sonno.

Quali rischi corre chi soffre di apnea notturna?

L’apnea notturna può alterare il metabolismo contribuendo alla possibilità di andare incontro ad obesità e diabete. Se le vie respiratorie sono parzialmente o totalmente occluse durante il sonno, i polmoni non ricevono la quantità d’aria necessaria, quindi si può verificare anche un abbassamento repentino del livello di ossigeno nel sangue; il cervello inizierà a “disturbare” il sonno per cercare di irrigidire i muscoli delle vie aeree superiori e di tenere aperta la trachea. Ne può derivare un aumento della frequenza cardiaca, aritmie o anomalie del battito fino all’insufficienza cardiaca e conseguente rischio di ipertensione, infarto, ictus. La mancanza di sonno può portare ad incidenti sul lavoro o alla guida di veicoli.
Alcuni dei sintomi “campanello d’allarme” sono al contempo delle conseguenze fastidiose di questa patologia come:

  • mal di testa frequenti la mattina;
  • problemi di memoria, apprendimento e concentrazione;
  • irritabilità, depressione, sbalzi d’umore;
  • necessità di alzarsi frequentemente la notte per urinare;
  • sensazione di bocca asciutta o mal di gola al risveglio.

La cura dell’apnea notturna

Nella maggior parte dei casi per eliminare il fenomeno delle apnee notturne, si consiglia innanzitutto di modificare alcune cattive abitudini e lo stile di vita. Alcuni esempi sono:

  • abolire il fumo
  • ridurre o abolire il consumo di alcol e sostituire i farmaci che provocano sonnolenza
  • dimagrire in caso di sovrappeso
  • abituarsi a prendere sonno stando sdraiati su un fianco invece che supini, eventualmente anche con l’aiuto di cuscini
  • valutare il ricorso a spray nasali o farmaci contro le allergie, per migliorare la respirazione

Il dentista o l’ortodontista possono realizzare un apparecchio su misura per rimettere in posizione la mandibola e la lingua e tenere aperte le vie respiratorie mentre si dorme, soprattutto nei casi di apnea notturna lieve.
Quando questi accorgimenti non bastano, la terapia più comune per curare l’apnea notturna è quella con il ventilatore a pressione positiva continua (CPAP), uno strumento che crea una lieve pressione d’aria per tenere aperte le vie respiratorie mentre si dorme. Questo ventilatore deve essere regolato le prime volte dal personale qualificato: il flusso d’aria dell’apparecchiatura viene modificato in base alle necessità del paziente.
Esiste anche la possibilità di ricorrere ad un intervento chirurgico per allargare le vie respiratorie, rimuovendo o restringendo i tessuti in eccesso nella cavità orale, oppure risistemando la mandibola. La rimozione delle tonsille, invece, può risultare idonea nei bambini in cui queste sono responsabili di ostacolare la respirazione.

Studio Motta Jones - Rossi - Associati - il tuo sorriso

Il tuo sorriso

Non nasconderti quando sorridi. È un aspetto importante di te! Sorridi sempre: la tecnologia digitale può aiutarti. Il digital smile design e i mock up virtuali stanno rivoluzionando la comunicazione e il rapporto tra paziente e dentista.
Grazie all’utilizzo della fotografia e delle impronte digitali (non quelle delle dita!), oggi è possibile mostrare al paziente la sua situazione iniziale e fornire una previsione di come potrebbe migliorare il suo sorriso. I rendering realistici mostrano esattamente come sarà il sorriso del paziente al termine dei trattamenti di estetica dentale

PROVA IL TUO SORRISO PRIMA DEL TRATTAMENTO!

Per rendere meglio l’idea: è un po’ come quando si va dall’architetto che ci mostra, attraverso i render, come sarà la nostra casa dopo i lavori di ristrutturazione. Allo stesso modo, la tecnologia digitale è in grado di mostrarti come sarà il tuo sorriso dopo le cure. Ma non finisce qui! Lo studio dentistico Motta Rossi, Jones e Associati ha un’arma in più: grazie alle mascherine in silicone e alle resine – prodotti che garantiscono una resa estetica di alta qualità – siamo in grado di applicare il nuovo sorriso in prova. Sì, hai capito bene! Potrai guardarti allo specchio e vedere come ti sta questo nuovo sorriso. Potrai tornare a casa e mostrarlo anche alla tua famiglia, un parere estetico in più non fa mai male. Potrai provare il tuo nuovo sorriso prima ancora di iniziare il trattamento vero e proprio e valutare se ti piace.

IL RENDERING ESTETICO PER IL TUO SORRISO

Il rendering estetico dura pochi giorni, giusto il tempo per capire, visualizzare e apprezzare come sarà il risultato: un sorriso finalmente smagliante e senza imperfezioni.
Attenzione però, perché questa non è una scorciatoia. Ricorda sempre che esistono degli step imprescindibili a qualsiasi trattamento odontoiatrico:

  • La diagnosi parodontale (lo stato di salute di gengive, legamento parodontale e osso);
  • La cariologica (carie dentarie);
  • L’ortognadontica (malocclusioni e malposizioni dentarie).

È importante comprendere che non è saggio applicare un qualsiasi dispositivo protesico senza una corretta diagnosi. Anzi, potrebbe rivelarsi un errore gravissimo con il conseguente fallimento precoce della riabilitazione.

Grazie alla tecnologia digitale, una vera e propria rivoluzione in campo odontoiatrico e nell’estetica dentale, il tuo nuovo sorriso non è più a scatola chiusa. Puoi provarlo e decidere se fa per te.
Charlie Chaplin diceva: “Un giorno senza un sorriso è un giorno perso”.
Sorridi sempre!

Apparecchio trasparente - Studio Dentistico Motta Jones Rossi & Associati - Milano Centro

Apparecchio trasparente per il riallineamento dei denti

L’apparecchio trasparente per i denti è uno strumento utilizzato per riallineare la dentatura ed ottenere quindi dei benefici sia estetici che terapeutici, fino al raggiungimento di una migliore masticazione e di un più naturale movimento mandibolare. Nel periodo in cui si indossa l’apparecchio per i denti, è possibile notare significativi spostamenti di tutti i denti e risolvere il problema in modo definitivo.

Vediamo nel dettaglio alcuni aspetti relativi all’uso dell’apparecchio trasparente:

Apparecchio trasparente per bambini e adulti

Al di là di quello che si potrebbe pensare, il problema dell’allineamento non corretto dei denti non è ad esclusivo appannaggio dei bambini. Spesso anche gli adulti hanno necessità di effettuare un trattamento terapeutico di riallineamento dentale, magari perché è un problema che è stato trascurato in giovane età oppure a causa di un incapsulamento dentale non corretto, o ancora a causa della perdita di uno o più denti che comporta uno squilibrio del cavo orale. Sono numerose e di diversa natura le cause che rendono spesso urgente un trattamento terapeutico di riallineamento dei denti nei pazienti adulti. In tutto questo però  esiste una nota dolente: il paziente adulto soffre il disagio psicologico di indossare un apparecchio per i denti – fisso o mobile – troppo visibile e che rende poco piacevole il sorriso.

Le caratteristiche dell’apparecchio trasparente

Lo studio dentistico Motta Jones, Rossi e Associati offre il trattamento di ortodonzia invisibile mediante l’uso dell’apparecchio trasparente, garantendo un’assistenza medica adeguata in tutte le fasi: diagnosi, cura e mantenimento dell’allineamento dentale ottenuto.

Le caratteristiche dell’apparecchio trasparente sono:

  • Comodità e facile rimozione, è infatti possibile toglierlo autonomamente per bere, per mangiare e per effettuare la pulizia orale quotidiana con spazzolino e filo interdentale;
  • Non provoca alcuna irritazione al cavo orale e alla bocca;
  • Non costituisce un ostacolo per il linguaggio e la pronuncia;
  • E’ molto leggero, poiché il materiale con cui viene prodotto è una resina di 3 decimi di millimetro di spessore;
  • E’ personalizzato poiché viene prodotto in laboratorio dalle impronte dentali del paziente;
  • E’ pressoché indolore, anche se è giusto riportare che durante le prime ore dopo l’inserimento, è possibile che il paziente percepisca una leggera sensazione di fastidio o un dolore lieve, che di solito scompare dopo qualche ora. Questo fenomeno avviene perché la dentatura ha bisogno di un breve periodo di tempo per adattarsi all’apparecchio dentale.

In che modo agisce l’apparecchio trasparente?

Molti pazienti si chiedono in che modo funziona l’apparecchio trasparente. Il nostro obiettivo qui è quello di fare un po’ di chiarezza, al fine di mettere a proprio agio i pazienti e offrire la possibilità di valutare con cura i trattamenti terapeutici che si possono adottare.

Quando un dente viene sottoposto ad una forza esterna, si sposta nella stessa direzione della forza che ha ricevuto. Questo fenomeno accade perché il tessuto osseo è molto flessibile. Quando si indossa un apparecchio per il raddrizzamento dei denti assistiamo a due fenomeni:

  • La parte verso cui viene spinto il dente si riassorbe;
  • La parte che rimane vuota a causa dello spostamento del dente, è riempita da un nuovo tessuto osseo.

Quando è necessario l’apparecchio trasparente per i denti?

Esistono diversi casi in cui l’apparecchio per i denti, e in particolare l’apparecchio invisibile proposto ai pazienti adulti, è assolutamente necessario:

  • Nei casi di affollamento dentale, un fenomeno che si manifesta quando manca lo spazio tra i denti, ovvero quando i denti non hanno uno spazio adeguato per crescere dritti e quindi si scontrano l’uno con l’altro. In questi casi, l’apparecchio ha la funzione di creare spazio per far crescere i denti nel modo giusto;
  • Nei casi di diastema, un fenomeno che si verifica invece quando lo spazio tra i denti è eccessivo e non favorisce alcun punto di contatto. In presenza di diastema, l’apparecchio dentale ha la funzione di avvicinare i denti tra loro, chiudendo lo spazio;
  • Nei casi di morso crociato, che si verifica quando l’arcata superiore dei denti è più stretta rispetto all’arcata inferiore. In questi casi il morso, e quindi l’incastro tra le due arcate, è invertito, ossia i denti superiori si inseriscono negli spazi dei denti inferiori. Anche qui l’apparecchio trasparente, fisso o mobile, costituisce una valida risoluzione al problema poiché consente di espandere l’arcata superiore e di spingere i denti verso l’esterno;
  • Nei casi di morso profondo, ossia quando l’arcata superiore dei denti si sovrappone all’arcata inferiore;
  • Nei casi di morso inverso, ossia quando l’arcata inferiore dei denti sporge eccessivamente.

L’apparecchio trasparente innovativo e non invasivo

Fortunatamente, le innovazioni in campo odontoiatrico, hanno risolto questo problema. Presso lo studio dentistico Motta Jones, Rossi e Associati di Milano, risolviamo il problema dei denti non perfettamente allineati sia per pazienti bambini che per gli adulti. Nello specifico, per i pazienti adulti proponiamo l’apparecchio trasparente, o apparecchio invisibile, conosciuto anche come mascherina trasparente o con il nome di Invisalign. Si tratta di un particolare modello di apparecchio dentale, in grado di riallineare i denti senza dover ricorrere alle piastrine o agli archi metallici, elementi tipici dei classici apparecchi fissi o mobili e considerati particolarmente invasivi.

L’apparecchio trasparente è una tecnica di allineamento dentale non invasiva, poiché consente di riequilibrare il sorriso grazie all’utilizzo di mascherine in resina trasparente. L’impiego di questo materiale è innovativo, poiché costituisce un beneficio per la salute dei denti, ma anche un beneficio psicologico: il paziente ha la possibilità di riallineare i denti senza dover ricorrere ad un apparecchio invasivo e antiestetico. Le mascherine trasparenti utilizzate in questo trattamento ortodontico sono quasi del tutto invisibili e hanno una reale efficacia terapeutica.

Ai pazienti che si affidano al nostro studio dentistico associato, consigliamo di cambiare l’apparecchio trasparente ogni due settimane circa, in modo da guidare progressivamente i denti alla posizione corretta. E’ necessario poi tenerle tutto il giorno e la notte, togliendole solo per mangiare, per bere e per effettuare l’igiene orale quotidiana. Solitamente un risultato ottimale si raggiunge quando l’apparecchio trasparente viene indossato per almeno 22 ore al giorno, considerando anche la notte.

Apparecchio trasparente e terapia di mantenimento

Il nostro obiettivo, per favorire la risoluzione definitiva del problema, è quello di visualizzare in anticipo tutte le fasi di spostamento dei denti e produrre così gli apparecchi trasparenti personalizzati e sequenziali per ottenere nel tempo il posizionamento corretto di tutti i denti. Pianifichiamo attentamente insieme al paziente delle visite dentistiche periodiche, con lo scopo di verificare e monitorare i progressi della terapia, gli spostamenti dei denti, e assicurarci che il trattamento terapeutico adottato funzioni e proceda correttamente.  Nel momento in cui constatiamo l’effettivo raggiungimento della posizione dei denti precedentemente programmata, applichiamo l’apparecchio trasparente successivo (di solito ogni 2 settimane).

Alla fine dell’intero periodo di trattamento mediante l’impiego dell’apparecchio trasparente – che di solito dura circa 18 mesi, ma con durata variabile in base ai singoli casi – consigliamo sempre ai nostri pazienti di proseguire la terapia con una mascherina di contenzione, allo scopo di mantenere la posizione corretta raggiunta.