denti consumati - Studio dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

Denti consumati, cause e rimedi dell’erosione dentale

I denti consumati solitamente hanno perso una certa quantità di smalto a seguito di un processo di deterioramento. Questo problema, oltre a causare inestetismi, può essere il segnale di altre patologie da affrontare con tempestività. Conoscere l’origine dell’erosione dentale e sapere perché i denti si consumano può aiutare a prevenire il problema.

Alcune sostanze acide nella bocca attaccano la superficie esterna della dentatura provocando lesioni. Chi soffre di vomito frequente o reflusso gastroesofageo può essere, ad esempio, soggetto a erosione dei denti a causa dell’acido cloridrico che dallo stomaco transita nella bocca.

SINTOMI DEI DENTI CONSUMATI

I sintomi e l’aspetto dei denti consumati sono facilmente riconoscibili. Alcuni segni evidenti che caratterizzano l’erosione dentale sono:

  • denti gialli e corti;
  • smalto dentale trasparente, soprattutto sui bordi. Talvolta sembra che i denti siano di vetro. In presenza di questo sintomo si può andare incontro a fratture o scheggiature dell’elemento dentario;
  • aumento della sensibilità dentale agli stimoli termici;
  • dolore causato dall’esposizione della polpa dentaria.

La presenza della saliva in bocca contribuisce a mantenere l’equilibrio contro gli acidi e si oppone al proliferare di batteri. Il dentista, per prevenire l’erosione dello smalto dei denti, considera anche che vi sia la giusta presenza di saliva nel cavo orale del paziente.

LE CAUSE DEI DENTI CONSUMATI: BRUXISMO E ABFRACTION

L’usura dei denti fino a un certo livello è un fenomeno fisiologico ed è dovuta all’avanzare dell’età e all’invecchiamento della persona.

Tra le cause meccaniche più comuni del consumo dentale ci sono:

  • il bruxismo che porta a digrignare i denti,
  • lo sfregamento di altri materiali contro la superficie dei denti e lo spazzolamento troppo energico,
  • l’utilizzo di dentifrici abrasivi dall’effetto sbiancante,
  • l’abfraction, ovvero la perdita di smalto dovuta alle flessioni del colletto del dente causate dal digrignamento.

L’erosione e l’abrasione non sono la stessa cosa, infatti la prima si riferisce al consumarsi del dente in tutta la sua superficie. L’abrasione dentale, invece, riguarda solo la parte del dente coinvolta nella masticazione.

RIMEDI DEI DENTI CONSUMATI: LA RICOSTRUZIONE DEI DENTI

Quando l’usura dei denti viene riconosciuta in tempo è possibile procedere con l’applicazione di ricostruzioni in composito o di faccette dentali. Queste rappresentano la soluzione ideale in modo particolare per risolvere problemi di ipersensibilità ed estetici.

In presenza di denti consumati i dentisti del nostro studio di Milano valutano quale approccio terapeutico seguire. In alcuni casi è necessario:

  • correggere la dieta,
  • migliorare la tecnica dello spazzolamento,
  • procedere con l’applicazione di protesi dentarie,
  • procedere con l’applicazione di faccette dentali in ceramica,
  • incapsulare i denti gravemente danneggiati dall’erosione.

Un tempo per incapsulare un dente era necessario devitalizzarlo e limarlo per proteggerlo con spesse corone dentali. Attualmente, invece, i medici dentisti possono contare su nuovi materiali innovativi come il disilicato di litio, che permettono di realizzare corone sottili e resistenti dopo aver effettuato una lieve limatura del dente.

Tecniche innovative per proteggere e ricostruire i denti

La tecnica della limatura e della devitalizzazione è considerata sempre più superata dai dentisti moderni. Presso il nostro studio offriamo ai pazienti la possibilità di usufruire dell’esperienza della dottoressa Vailati e dei suoi stretti collaboratori per il metodo 3 Step Technique. Questa tecnica innovativa è totalmente additiva e consente di sostituire in poche sedute la parte abrasa dei denti con un materiale composito.

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In caso di abrasione da bruxismo, si procede anche con la realizzazione di  una mascherina di protezione personalizzata da indossare nelle ore notturne. Questa consente di proteggere i denti dall’ulteriore erosione.

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La dentizione nei neonati: come alleviare il dolore

Molti genitori si rivolgono al nostro studio dentistico a causa delle preoccupazioni sulla dentizione nei neonati. La formazione dei denti da latte ha inizio mentre il bambino è ancora nella pancia della mamma. L’eruzione dei primi dentini è una delle tappe fondamentali della crescita di ogni bambino, che può causare fastidio, febbre e dolore ed è importante sapere come affrontarla al meglio. Per ogni genitore vedere la prima puntina bianca che spunta dalla gengiva è un momento molto emozionante e spesso coincide con la fine di un periodo caratterizzato da pianti e forte irritabilità del neonato.

Il processo della dentizione si distingue nella comparsa della dentatura decidua  (formata dai denti da latte) e della dentatura permanente. La dentatura decidua è composta di 20 elementi dentari mentre la dentatura permanente è formata da 32 elementi dentari.

QUANDO AVVIENE LA DENTIZIONE NEI NEONATI?

Molti pazienti ci chiedono informazioni su come e quando spuntano i denti da latte. Solitamente l’eruzione dei denti si verifica intorno ai 6/8 mesi del bambino. I primi dentini che fuoriescono sono gli incisivi centrali inferiori e gli incisivi centrali superiori. Orientativamente, la dentizione del neonato segue quest’ordine:

  • 6 – 10 mesi di età, denti incisivi centrali inferiori;
  • 8 – 12 mesi di età, incisivo centrale superiore;
  • 8 -13 mesi di età, incisivo laterale superiore;
  • 10 – 16 mesi di età, denti incisivi laterali inferiori;
  • 13 -19 mesi di età, primo molare superiore;
  • 14 – 18 mesi di età, primo molare inferiore;
  • 16 – 22 mesi di età, denti canini superiori;
  • 17 – 23 mesi di età, denti canini inferiori;
  • 23 – 31 mesi di età, secondo molare inferiore;
  • 25 – 33 mesi di età, secondo molare superiore.

Denti decidui e denti permanenti

Quasi tutti i denti permanenti sostituiscono i denti decidui equivalenti. I molari permanenti, invece, non hanno un dente deciduo soprastante e i premolari permanenti erompono in sostituzione dei molari decidui. Tra i 6 anni e i 12 anni di età fuoriescono i denti permanenti e dai 17 ai 30 anni di età possono erompere i terzi molari, anche detti denti del giudizio, che possono anche rimanere sempre inclusi.

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Come facilitare l’eruzione dei dentini

I genitori possono agevolare la fuoriuscita dei denti dando al bambino qualcosa da tenere tra le gengive e mordere, per stimolare l’eruzione dentale. A tale scopo si possono utilizzare i massaggiatori gengivali refrigerati, che si acquistano in farmacia o nei negozi che vendono prodotti per l’infanzia. Questi contribuiscono anche ad alleviare il fastidio alle gengive perché contengono un liquido refrigerante. In alternativa, anche la scorza di pane cotto a legna è adatta allo scopo e il suo sapore risulta più gradevole per il bambino. Una tecnica per alleviare il fastidio e stimolare l’eruzione dei denti è quella di massaggiare le gengive con gel specifici.

SINTOMI DELLA DENTIZIONE NEI NEONATI

Alcuni sintomi sono molto frequenti durante l’eruzione dei denti da latte. Il bambino inizia a manifestare il desiderio di succhiare e mordicchiare tutto ciò che capita a portata di mano. Ci sono bambini che provano solo un leggero fastidio, mentre altri avvertono un dolore che può anche causare risvegli notturni. L’intensità del dolore da dentizione nel neonato dipende anche da quali denti stanno spuntando e dalla sensibilità delle diverse aree della bocca.

Nei giorni che precedono la fuoriuscita dei denti, le gengive solitamente appaiono gonfie e livide ma questo non dovrebbe essere motivo di particolari preoccupazioni. Se entro qualche settimana l’ematoma non si riassorbe, però, è consigliabile eseguire un controllo dal pedodontista.

Anche la salivazione del neonato può aumentare e può salire qualche linea di febbre, non superiore ai 37 gradi e mezzo. Alcuni bambini manifestano calo di appetito, irritabilità e soffrono di diarrea e cacca acida.

dentizione nei neonati - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

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COME ALLEVIARE I FASTIDI DELLA DENTIZIONE NEI NEONATI

I pedodontisti del nostro Studio consigliano ai genitori dei bambini (vedi articolo) che provano molto dolore durante la dentizione alcuni farmaci per alleviare il fastidio. In genere suggeriamo di ricorrere alla terapia farmacologica quando il bambino è soggetto a frequenti pianti isterici e si sveglia spesso di notte urlando. Anche il pediatra può provvedere a prescrivere al bambino i tempi di somministrazione e la dose esatta di farmaci analgesici, in genere la Tachipirina, in base al peso.

Si possono anche massaggiare delicatamente le gengive con olio di oliva, con dei gel specifici, con un balsamo calmante oppure con prodotti a base di miele.

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Proteggere lo smalto dei denti

Sapere come proteggere lo smalto dei denti è molto utile per prevenire diversi problemi e patologie dentali. Molti pazienti del nostro studio dentistico a Milano si rivolgono a noi per prevenire o curare questo problema dei denti piuttosto diffuso. Lo smalto dentale è lo strato più superficiale dei denti e ha la funzione di proteggerli dall’usura e dall’attacco di agenti esterni. Alcune cattive abitudini e l’avanzare dell’età possono danneggiare lo smalto, rallentando il suo ruolo di difesa del dente fino ad impedirlo del tutto. L’abrasione dentale può interessare, in alcuni casi, soprattutto la superficie masticatoria e quella esterna dei denti, che si trova a livello dei colletti.

come proteggere lo smalto dei denti - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

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PRINCIPALI CAUSE DELL’USURA DELLO SMALTO DEI DENTI

Le cause dell’erosione dello smalto dei denti possono essere diverse, ma in generale questo fenomeno dipende dalla presenza di sostanze acide nel cavo orale. Queste aggrediscono la superficie esterna dei denti e provocano delle lesioni. Sono particolarmente soggetti a questo tipo di problemi:

  • pazienti con forte acidità del cavo orale, come nel caso di chi soffre di reflusso gastro-esofageo;
  • pazienti che soffrono di frequenti episodi di vomito, come chi è affetto da reflusso gastro-esofageo o soffre di bulimia;
  • persone che abusano del consumo di alimenti particolarmente acidi, come gli agrumi;
  • pazienti che soffrono di bruxismo e digrignano i denti durante la notte;
  • persone che soffrono di carie.

SINTOMI DELL’EROSIONE DELLO SMALTO DENTALE E CONSEGUENZE

I primi segni del consumo dello smalto dei denti sono:

  • variazione del colore dei denti, tendente al giallo;
  • variazione della forma dei denti che appaiono più corti;
  • smalto trasparente lungo i bordi della dentatura.

Le conseguenze dell’usura dello smalto dentale non sono unicamente di natura estetica. I pazienti che ne soffrono avvertono un aumento della sensibilità dentale, poiché la polpa scoperta è maggiormente esposta agli stimoli termici. Inoltre, i denti privati di smalto sono più a rischio di contaminazione batterica e questo può dare luogo ad altre malattie del cavo orale.

Individuare quanto prima, insieme al dentista, le cause dell’erosione dentale è molto importante per comprendere immediatamente come proteggere lo smalto dei denti dall’usura. In questi casi intervenire tempestivamente e cambiare i comportamenti che portano all’erosione è fondamentale per evitare di incorrere in eventuali fratture o scheggiature del dente.

Lo smalto dentale e il colore dei denti

Molti credono erroneamente che lo smalto superficiale sia l’elemento che determina il colore dei denti. In realtà questo è traslucido e lascia, quindi, trasparire il colore della dentina sottostante. Questa può avere sfumature che vanno dal giallo al grigio ed è la vera responsabile della colorazione dei denti.

RIMEDI PER PROTEGGERE LO SMALTO DEI DENTI DALL’EROSIONE

Ai pazienti che si rivolgono al nostro studio di dentisti per sapere come proteggere lo smalto dei denti dall’usura, consigliamo di partire insieme dall’individuazione della causa del problema. Dopo aver identificato l’origine dell’abrasione dei denti, si stabilisce la terapia da seguire per limitare o eliminare il problema dell’erosione dentale. Alcuni tipici rimedi attuati da noi dentisti sono:

  • la correzione della dieta del paziente;
  • il miglioramento della tecnica di spazzolamento;
  • la correzione dell’uso di dentifrici troppo abrasivi, come quelli sbiancanti;
  • la prescrizione di collutori che tamponano l’acidità per pazienti bulimici o affetti da reflusso;
  • l’applicazione di faccette dentali in ceramica, in caso di denti ancora non eccessivamente compromessi;
  • l’applicazione di protesi dentarie come la corona dentaria o capsula dentale, in caso di denti già molto compromessi.
come proteggere lo smalto dei denti - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

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Tecnologie e materiali innovativi per la cura dell’erosione dello smalto dentale

Le cure per l’erosione dello smalto dentale beneficiano delle nuove tecnologie applicate alle terapie dentali e della diffusione dell’utilizzo di nuovi materiali molto resistenti, come il disilicato di litio. Grazie a queste, oggi è possibile rivestire i denti senza limarli. Evitare di sottrarre tessuto dentario sano è molto vantaggioso e non comporta la devitalizzazione degli elementi dentari.

Proteggere lo smalto dei denti: come lavarli correttamente

Come prevenire ed evitare che lo smalto dei denti si consumi a causa di uno spazzolamento scorretto e dell’uso di prodotti per l’igiene orale inadeguati? È molto importante imparare a seguire quotidianamente alcune indicazioni sulla pulizia dei denti quotidiana. Molte persone eseguono, ad esempio, lo spazzolamento dei denti con un movimento orizzontale. La superficie dentale, invece, va spazzolata seguendo un movimento verticale, che parte dalla gengiva e prosegue verso l’estremità del dente. Questa va eseguita senza applicare troppa forza e preferibilmente utilizzando uno spazzolino con setole morbide.

LE CARIE CAUSANO L’USURA DELLO SMALTO DEI DENTI?

Chi soffre di carie, spesso è soggetto anche al problema dell’erosione dello smalto dentale. Lo streptococco mutans, batterio responsabile della formazione delle carie, si ciba di carboidrati e rilascia un acido che corrode lo smalto. Anche in questo caso è fondamentale eseguire un’accurata igiene orale dopo ogni pasto, per evitare che con il tempo l’acido consumi sempre di più lo smalto. Questo permetterebbe il passaggio dei batteri verso le parti più interne del dente, rischiando di compromettere anche la dentina e la polpa.

I frequenti controlli dal dentista sono necessari a diagnosticare in tempo utile sia la presenza di carie che l’eventuale inizio di erosione dentale. Accorgersi autonomamente del processo carioso che interessa solo lo smalto è piuttosto difficile, poiché quest’ultimo è privo di terminazioni nervose. Il dentista può facilmente riconoscere la presenza di carie anche quando sono ancora asintomatiche.

Bruxismo - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Bruxismo: ricostruire i denti per rimediare ai danni del digrignamento

Per chi soffre di bruxismo, ricostruire i denti può essere una delle soluzioni estreme in caso non si riesca ad arrestare il problema per tempo. La patologia che fa serrare la mandibola con eccessiva forza e digrignare i denti, soprattutto durante la notte, porta diverse conseguenze alla salute. Una delle più evidenti è il fatto che lo smalto dentale si consuma eccessivamente, fino alla comparsa di fratture ai denti. Il digrignamento è un’azione involontaria e di solito il paziente non si accorge di avere tale problema finché non si manifestano problemi ai denti. Esistono però altri sintomi che, se indagati per tempo, possono permettere a chi ne è affetto di intervenire prima che i denti subiscano danni seri.

Bruxismo - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Bruxismo – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

CONSEGUENZE DEL BRUXISMO: QUANDO RICOSTRUIRE I DENTI?

Con il tempo, digrignare i denti può portare conseguenze gravi alla loro salute. Il continuo sfregamento dei denti è ciò che provoca i danni allo smalto. Poiché in tal modo la dentina rimane esposta, si avvertirà anche l’aumento della sensibilità dentale al caldo e al freddo.

Quando si serra la mandibola con molta forza durante il sonno, se i denti sono già molto consumati, si possono inoltre verificare delle piccole fratture. I dentisti ricorrono alla ricostruzione quando lo smalto dentale del paziente ha ormai subito gravi danni. Grazie alla ricostruzione, si recupera la funzionalità dei denti e si ottiene un miglioramento estetico.

SOLUZIONI AI DANNI DEL BRUXISMO PER RICOSTRUIRE I DENTI

Per rimediare ai danni dello smalto dentale causati dal bruxismo è necessario ricorrere alle protesi dentarie. Le più utilizzate in caso di danni meno gravi sono le faccette dentali e gli intarsi. Grazie a questi, si ripristinano la forma e la colorazione naturale della dentatura. In alternativa, si può effettuare una ricostruzione con resina composita, inserita direttamente sui denti, modellandone la forma e indurendola per mezzo di una particolare luce. Utilizzare un bite o delle mascherine a seguito della ricostruzione diventa indispensabile per evitare danni alle protesi.

Cause e sintomi del bruxismo

Esistono diversi fattori riconosciuti come possibili cause del digrignamento dei denti, come:

  • disturbi del sonno,
  • malocclusione dentale,
  • stress,
  • assunzione di alcuni farmaci,
  • malattie neurologiche,
  • uso di droghe,
  • consumo eccessivo di alcolici.

Alcuni segnali non andrebbero trascurati perché possono indicare al paziente di essere affetto da questa patologia. Quando si digrignano i denti ci si sveglia tendenzialmente con i muscoli della faccia indolenziti. I denti che hanno subito l’abrasione dello smalto presentano in genere un colore giallastro e sono più corti della norma. L’erosione della parte distale, infatti, degenera in un progressivo rimpicciolimento dei denti. Anche i dolori alla cervicale ed i mal di testa frequenti al risveglio possono indicare che si soffre di bruxismo. Inoltre, chi digrigna i denti può avere problemi ad aprire completamente la bocca e a deglutire.

PREVENIRE I DANNI DEL BRUXISMO E LA RICOSTRUZIONE DEI DENTI

Se il bruxismo viene diagnosticato in tempo, è possibile salvaguardare la salute dei denti del paziente grazie all’uso del bite. Questa mascherina, realizzata sulle impronte dentali, impedisce alle arcate di entrare in contatto tra di loro quando si serra la bocca. Con il bite è possibile evitare l’usura dello smalto ed alleviare la tensione muscolare, migliorando anche la qualità del sonno del paziente. Questi apparecchi in gomma dura o morbida ricalcano la dentatura e si devono indossare durante tutta la notte.

Bite - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Bite – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

È utile, inoltre, provare a migliorare il proprio stile di vita per evitare lo stress che porta a digrignare i denti e correggere l’eventuale malocclusione.

Come è fatto un dente - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Come è fatto un dente? conosciamo l’anatomia e la morfologia di questo organo

Sapere come è fatto un dente può aiutare a comprendere la natura e l’origine delle tipiche problematiche e malattie dei denti. La maggior parte delle persone apprezza l’estetica di una bella dentatura e desidera denti sani, ma spesso non si sa come sono fatti i denti internamente ed esternamente. Spesso i nostri pazienti ci chiedono se il dente sia un osso e si interrogano su quali siano le parti principali che lo compongono. Questi organi sono presenti nel cavo orale di diverse specie animali per masticare gli alimenti da deglutire e per assolvere a funzioni fonetiche.

Come è fatto il dente dell’uomo – ⬆️

Nel cavo orale dell’uomo crescono due ordini di denti: i denti da latte (provvisori, durante l’infanzia) e i denti permanenti. Entrambe le tipologie hanno le radici. I canini, gli incisivi e i premolari inferiori ne hanno una, i premolari superiori possono averne una o due e i molari inferiori ne hanno due. I molari superiori, infine, hanno tre radici. Ciascun dente può essere suddiviso in tre parti:

  • la corona, parte superiore, visibile;
  • la radice, parte totalmente impiantata dentro l’alveolo dentario;
  • il colletto, parte intermedia di connessione tra le due, molto sottile.

I diversi denti assumono determinate forme a causa della necessità di tagliare e masticare il cibo. I molari e i premolari hanno dei solchi e delle cuspidi ed hanno la funzione di triturare il cibo. Gli incisivi sono appiattiti e i canini appuntiti e servono a tagliare gli alimenti. I nomi dei denti richiamano i compiti che svolgono nella masticazione.

Alveoli, ossa mascellari, arcate dentali, gengive: ecco come è fatto un dente – ⬆️

I denti sono allocati all’interno di cavità ossee dette alveoli. Le ossa mascellari sono le strutture ossee che li sostengono. I denti che si trovano negli alveoli della mascella e della mandibola formano insieme le arcate dentali. Il dente è ancorato all’osso alveolare per mezzo del legamento parodontale. Il colletto è la parte intermedia che collega radice e corona. Attorno ad esso si estende il bordo delle gengive. Le gengive formano una barriera che ostacola il passaggio dei batteri, proteggendo l’osso.

A cosa servono i denti del giudizio – ⬆️

In epoca preistorica, la mascella dell’homo sapiens era di dimensioni maggiori e i denti del giudizio contribuivano alla masticazione. A seguito della scoperta del fuoco e con la possibilità di cuocere i cibi, la masticazione è stata facilitata e le dimensioni delle mascelle dell’uomo si sono gradualmente ridotte. Il numero dei denti però è rimasto lo stesso e spesso i denti del giudizio non hanno sufficiente spazio per erompere correttamente in arcata. Trattandosi quindi di denti inutili, in caso di problemi noi dentisti spesso ne consigliamo l’estrazione.

Come è fatto un dente - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Come è fatto un dente – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Come è fatto un dente: le domande e risposte più utili – ⬆️

Alcune domande che i pazienti ci pongono riguardo ai denti sono particolarmente comuni:

  • il dente è un osso? Questo organo è composto da diversi tessuti solidi e molli. I tessuti sono:
    • lo smalto, nella parte più esterna della corona;
    • la dentina, dove passano i canali detti tubuli nei quali alloggiano i prolungamenti degli odontoblasti, che garantiscono la sensibilità dentale;
    • il cemento;
    • la polpa, che fornisce nutrimento e ossigeno agli odontoblasti

    Questi tessuti sono legati alle ossa di mascella e mandibola.

Come è fatto un dente - Studio Motta Jones, Rossi & Associati

Come è fatto un dente – Studio Motta Jones, Rossi & Associati

  • Quanto è lungo un dente? – La lunghezza dei denti varia a seconda del tipo di dente e della funzione che svolge. I più lunghi sono i canini e gli incisivi, questi ultimi lunghi mediamente 22,5 mm.
  • Quanti denti ci sono nella bocca? – Normalmente sono 32, 16 per arcata ovvero 8 incisivi, 4 canini, 8 premolari e 12 molari.
  • Cosa sono i denti decidui? – Vengono chiamati così i denti provvisori, anche detti denti da latte.

Sapere come è fatto un dente per prendersi cura dei denti

Poiché la struttura dei denti è piuttosto complessa e ogni parte che li compone contribuisce a farli funzionare correttamente, è evidente l’importanza della cura costante di questi organi. Nonostante siano degli organi piccoli e considerati meno vitali, infatti, i denti possono causare seri problemi e dolori quando sono soggetti a malattie. È fondamentale, quindi, prendersene cura nel modo più efficace, tramite alcuni accorgimenti:

  • eseguire costantemente una corretta pulizia e igiene orale;
  • seguire un’alimentazione sana;
  • effettuare periodicamente visite di controllo dal dentista.
apparecchio trasparente denti

Apparecchio trasparente: la soluzione migliore per il riallineamento dei denti

faccette dentali

Faccette dentali: costo e opinioni

Le faccette dentali sono sempre più richieste da chi vuole ovviare ad un problema dentale estetico. Le cure dentali, infatti, non sempre portano anche a risolvere le conseguenze estetiche di una patologia. Per chi non vuole rinunciare a sfoggiare un bel sorriso, l’applicazione delle faccette estetiche dentali è una soluzione ad una serie di problemi della dentatura molto comuni. Ricordiamo tra questi: il diastema, i denti scheggiati o consumati dal bruxismo, le discromie e i lievi disallineamenti dentali. Per eseguire questa operazione si procede realizzando in laboratorio dei gusci in ceramica da attaccare ai denti interessati a seguito di un trattamento. Vediamone nel dettaglio i particolari e le eventuali controindicazioni.

COSA SONO LE FACCETTE DENTALI?

Con questa definizione ci si riferisce a delle lamine in ceramica dello spessore di circa 0.5 mm da applicare e cementare esternamente ai denti. Si possono considerare, quindi, vere e proprie protesi usate per mascherare i difetti di forma, colore o posizione dei denti. Nel caso specifico dell’applicazione sui denti storti, il vantaggio non è solo estetico ma anche nella masticazione. Attualmente si utilizzano due tipi di faccette:

  • indirette, in ceramica, le più utilizzate: hanno l’estetica migliore e sono più funzionali e resistenti. Poiché devono essere realizzate artigianalmente da odontotecnici specializzati il loro prezzo è il più elevato;
  • dirette, in composito, applicate sul dente con materiali compositi: esteticamente hanno una resa peggiore e sono meno resistenti.

Quando si parla di “ceramica” si intendono vari tipi di materiali vetrosi. Più alta è la percentuale di cristalli impiegati per rinforzarli, maggiore è la resistenza ma con una parallela diminuzione della trasparenza.

Ecco come si applicano le faccette dentali

faccette dentali - Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

faccette dentali – Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

Per eseguire l’applicazione delle faccette estetiche dentali, il dentista procederà in questo modo:

  • limatura del dente o dei denti interessati per rimuovere dai 2 ai 3 decimi di millimetro dello smalto della superficie frontale del dente;
  • misurazione dell’impronta dentale;
  • analisi e scelta del colore più adatto;
  • prove estetiche con faccette provvisorie per valutare se siano adatte;
  • in base alle necessità e alla sensibilità del paziente, valutazione del ricorso ad un’anestesia locale;
  • trattamento del dente o dei denti con acido fluoridrico e rivestimento con materiale adesivo;
  • posizionamento della faccetta.

La limatura del dente è, di solito, ciò che preoccupa maggiormente i pazienti. Si parla di faccette noprep quando si applicano le protesi senza limare il dente. Queste si possono rimuovere come le altre ma tra le principali controindicazioni ci sono la scarsa aderenza nel tempo e il danneggiamento dello smalto in caso di rimozione.

QUANTO DURANO LE FACCETTE DENTALI?

Le faccette estetiche dentali sono considerate permanenti e possono durare per più di 10 anni ma una serie di fattori può renderne necessaria la rimozione e la sostituzione. La durata delle faccette dipende:

  • dall’accuratezza e dalla competenza del dentista,
  • dalla qualità dei materiali utilizzati,
  • dall’attenzione del paziente nella manutenzione.

Per quanto riguarda i materiali, le ceramiche feldspatiche a base di ossido di silicio permettono di creare lamine molto sottili, trasparenti e luminose. Queste, però, non sono tra le più resistenti e durature. Le ceramiche a base di ossido di alluminio e di ossido di zirconio sono molto resistenti perché totalmente cristalline. Queste però risultano più opache. Le ceramiche a base di disilicato di litio, infine, sono le più costose perché risultano le più gradevoli a livello estetico e resistenti nel tempo.

QUANTO COSTANO LE FACCETTE DENTALI?

faccette dentali - Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

faccette dentali – Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

Il costo delle faccette dentali varia a seconda del numero di faccette e del tipo di materiale impiegato ma è, generalmente, abbastanza elevato. La spesa da affrontare prima di ricorrere a questa soluzione va considerata in rapporto alla durata, che non è “eterna”, e alla reale necessità estetica. In caso si vogliano applicare le faccette sui denti storti, ad esempio, bisogna considerare i benefici che ne potrà trarre la masticazione, oltre che l’estetica. Ci sono patologie particolari del dente che si vuole rivestire che possono rendere necessaria la rimozione del 30% dello smalto, al fine di procedere con l’applicazione. In questo caso si devono valutare attentamente le controindicazioni della limatura assieme al costo dell’applicazione.

In definitiva, si può dire che questa tecnica presenti elevate qualità, da quelle estetiche – grazie alle ceramiche di ultima generazione è possibile imitare perfettamente i denti naturali – a quelle di resistenza e di biocompatibilità. Se tale interventyo viene effettuato da uno studio professionale, il risultato sarà quello di mantenere invariato il colore originale dei denti, donando al contempo un nuovo sorriso.

Brillantino al dente - Studio Dentistico Motta Jones, Rossi & Associati

Brillantino al dente

BRILLANTINO AL DENTE: COS’È, DOVE SI FA E COSTO

Negli ultimi anni, insieme alla richiesta di trattamenti estetici legati alla dentatura come quelli sbiancanti e correttivi che consentono di mantenere un bel sorriso, cresce anche quella dell’applicazione del brillantino sul dente. Erroneamente, si parla di “piercing dentale”, ma in realtà non viene praticato alcun tipo di foro ed il dente rimane intatto.
Per applicare questa decorazione si usa uno specifico adesivo per le superfici dentali. E’ possibile applicare qualsiasi tipo di materiale, ma la decorazione più comune è il cristallo. Il brillantino prodotto da Swarovski è tra i più impiegati.

Il brillantino sul dente può essere di varie forme e colori e in genere si applica agli incisivi laterali superiori. L’applicazione viene fatta non solo dal dentista, ma anche da estetisti e centri specializzati in piercing e tattoo. Esistono in commercio anche kit per il fissaggio del brillantino al dente fai da te. Naturalmente, la scelta migliore è senza dubbio quella che prevede l’applicazione in uno studio dentistico ad opera di uno specialista abilitato, in quanto devono essere garantite le procedure di igiene e sicurezza di base. Inoltre, le apparecchiature del dentista sono in grado di gestire le procedure di applicazione del brillantino al dente nella maniera più corretta. In particolare, nel corso delle manovre di applicazione, è importante pulire il dente alla perfezione e mantenerlo completamente asciutto per tutta la procedura. Inoltre, si tratta di maneggiare gli strumenti e sostanze per applicare il brillantino al dente nel modo più appropriato ed i prodotti migliori sono a forniti solo agli studi dentistici.

Costo del brillantino al dente dal dentista

Se volete rivolgervi ad uno studio dentistico professionale come quello di Motta Jones – Rossi & Associati, vorrete forse preventivamente informarvi riguardo al costo dell’applicazione di un brillantino al dente dal dentista e per fare ciò è comunque sempre indicata una valutazione dentistica preliminare. Infatti, un dentista deve sempre verificare che ci siano le condizioni per applicarlo escludendo che ci siano patologie in atto come carie, gengivite o accumuli di placca batterica, mobilità dentale, etc.
Ma il brillantino sul dente quanto dura? Se applicato correttamente da un odontoiatra, può resistere diversi anni, ma c’è da considerare che non si tratta di un ornamento eterno. Infatti, bisogna considerare che viene di fatto incollato in un ambiente, quale è la bocca, che esercita quotidianamente diverse funzioni intense, in particolare la masticazione.

In un centro estetico, il costo di questa operazione si aggira tra i 10 e i 20 euro ma la tenuta nel tempo è in genere decisamente inferiore. Il motivo di ciò è probabilmente dovuto al fatto che un centro estetico non possiede le attrezzature, il personale e le competenze idonee a preparare la superficie del dente per farvi aderire un altro materiale. Infatti, se tra il dente ed il brillantino rimangono residui di saliva, placca batterica, residui alimentari, etc, l’incollaggio del brillantino viene eseguito già in partenza nelle condizioni peggiori. Come già accennato, è assolutamente importante garantire la pulizia perfetta delle superfici da incollare (dente e brillantino) e solo uno studio dentistico è abilitato ad avere tali strumenti e materiali.

BRILLANTINO AL DENTE SIGNIFICATO

Qualcuno si chiede il valore o il significato di avere un brillantino sul dente. Al di là del valore puramente estetico, dal punto di vista socio-antropologico si può rintracciare il significato del fissaggio del brillantino al dente a tradizioni antiche. Molti popoli, infatti, applicavano decorazioni ai denti per simboleggiare il proprio status sociale. In alcune culture, brillantini e ornamenti dentali indicavano un passaggio nei rituali religiosi. Il brillantino al dente per uomo, quindi, era già diffuso in relazione con queste usanze. Ovviamente, in passato non avevano a disposizione le tecniche di adesione che abbiamo oggi e l’applicazione di un ornamento sui denti era eseguito con metodiche piuttosto invasive.
Oggigiorno, per l’uomo o per la donna non si attribuisce più alcun particolare significato simbolico e l’unica motivazione che porterebbe molte persone a richiederne l’applicazione è quella di attirare gli sguardi sul proprio sorriso.

BRILLANTINO AL DENTE: INDICAZIONI E RISCHI

Sebbene l’applicazione di un cristallo sui denti con l’apposita colla adesiva possa sembrare un procedimento abbastanza semplice e sicuro, non si devono sottovalutare i rischi che si corrono come:

  • danneggiamento dello smalto,
  • infezioni causate dall’uso di strumenti non sterilizzati,
  • distacco precoce,
  • ingestione del brillantino,
  • danni causati dall’applicazione non coperti dall’assicurazione.

Quindi, per ridurre al minimo gli eventuali fattori di rischi è bene rivolgersi ad una struttura professionale affidabile e sostenere, magari, il maggior costo del brillantino al dente dal dentista piuttosto che spendere di più in seguito, per riparare eventuali danni causati da chi è inesperto.

Come si mette un brillantino sul dente?

Per un dentista, abituato a svolgere procedure ben più complesse nelle bocche dei pazienti, il fissaggio del brillantino al dente è questione di eseguire pochi e semplici passaggi. Però, ogni passaggio deve essere eseguito con la massima attenzione e ciò estremamente fondamentale per garantire il successo del passaggio successivo:

innanzitutto, il dente e la gengiva devono essere sani e puliti. Quindi, eventuali accumuli di placca o tartaro devono essere preventivamente rimossi. Bisogna anche escludere la presenza di carie o altre patologie;

  • il dente deve essere isolato perfettamente, idealmente con la diga di gomma (tale dispositivo non può essere applicato in un centro estetico), allo scopo di controllare il flusso di saliva e l’umidita del respiro;
  • nel punto esatto dove verrà applicato il brillantino viene eseguita la mordenzatura acida dello smalto allo scopo di irruvidirne chimicamente la superficie. Le micro-abrasioni eseguite con la mordenzatura serviranno come zona d’ancoraggio per l’adesivo che viene applicato;
  • il cristallo scelto viene fissato tramite una particolare procedura adesiva dove come collante viene utilizzata una resina composita. Questi materiali sono estremamente sensibili all’umidità e l’interposizione di molecole d’acqua o saliva tra la superficie del dente e brillantino possono far diminuire di parecchio la tenuta dell’adesione stessa. È per questo motivo che è fondamentale isolare il dente con la diga di gomma e mantenere la zona perfettamente asciutta tramite i sistemi di aspirazione e di asciugatura a disposizione del dentista.

In pratica, l’applicazione del brillantino al dente è un procedimento mini-invasivo simile a quello che si esegue per fissare gli attacchi dentali per un trattamento ortodontico e deve danneggiare il meno possibile lo smalto dentale. Il fissaggio di un brillantino sul dente non è un procedimento doloroso.

BRILLANTINO NEL DENTE: IL DIAMANTE INCASTONATO NEL SORRISO

Ogni tanto, si sente parlare di vera e propria “incastonatura” di pietre preziose in uno o più denti.
In questo caso, si prevede l’escavazione di una cavità nel dente allo scopo di inserire il brillante all’interno di questa cavità. Naturalmente, l’incastonatura di un brillantino nel dente è più invasiva e potenzialmente dannosa. Anche l’eventuale rimozione del brillante incastonato è un’operazione molto più complessa e costosa. Inoltre, in caso di rimozione di un brillantino incastonato nel dente, rimarrà un foro e si dovrà provvedere ad un’otturazione allo scopo di chiudere tale cavità.
I dentisti solitamente sconsigliano quest’ultimo tipo di intervento più invasivo che può creare problemi ad un dente sano solo per seguire una moda passeggera. Meglio sfoggiare un bel solitario al dito o un ciondolo con un punto luce dove il diamante non può far danni!

Igienista dentale cosa fa - Studio dentistico Motta Jones Rossi & Associati

Sbiancamento dentale

Tra le procedure svolte dall’igienista dentale rientra lo sbiancamento professionale. Quest’ultimo viene utilizzato per correggere discromie dentali che possono essere causate da diversi fattori quali caratteristiche genetiche sfavorevoli, patologie sistemiche, utilizzo di antibiotici come le tetracicline, il fumo e l’assunzione di cibi e bevande come caffe, tè, liquirizia e coloranti artificiali.

COME FUNZIONA LO SBIANCAMENTO PROFESSIONALE

Lo sbiancamento dentale si esegue utilizzando perossido di idrogeno o perossido di carbammide. Questi agenti sbiancanti attivi penetrano all’interno dello smalto e raggiungono le molecole responsabili delle pigmentazioni. I radicali liberi di ossigeno rilasciati dall’agente disgregano tali molecole rendendole non più visibili.
Queste sostanze possono garantire il loro funzionamento auto attivandosi oppure si attivano tramite luce alogena, led, laser garantendo un’accelerazione del processo sbiancante. Anche i denti devitalizzati possono essere sbiancati ma a differenza di un dente vitale quest’ultimo verrà sbiancato dall’interno. Lo sbiancamento endodontico, infatti, prevede l’apertura del dente e l’inserimento del gel sbiancante direttamente all’interno del dente non vitale. Dopo 3-5 giorni sono visibili i progressi dello sbiancamento.

Nei pazienti che presentano pigmentazioni da nicotina, caffè, tè o liquirizia si procede professionalmente tramite utilizzo di polveri di bicarbonato o glicina in grado di disgregare tali macchie superficiali, riportando così il dente al suo bianco naturale. A differenza dello sbiancamento tramite utilizzo di perossido, quest’ultimo ha un effetto molto più breve rispetto al primo che invece può durare anche più di un anno.
Un altro metodo di sbiancamento professionale è lo sbiancamento domiciliare che il paziente può eseguire facilmente a casa tramite utilizzo di mascherine individuali, precedentemente eseguite dal dottore tramite semplici impronte in alginato.

Queste mascherine presentano vestibolarmente delle bombature su ciascun dente all’interno delle quali il paziente inserirà una piccola quantità di perossido di idrogeno al 10% che indosserà per 4-6 ore durante il giorno ( o durante la notte) per un massimo di 12-14 giorni.

È DOLOROSO?

Lo sbiancamento dentale non è doloroso e non rovina lo smalto, ma può provocare una ipersensibilità che va a scemare nei giorni successivi al trattamento.
Per questo motivo è sempre meglio prescrivere al paziente (prima e dopo lo sbiancamento) dentifrici e collutori specifici indicati alla sensibilità dentale.

TUTTI POSSONO ESEGUIRE LO SBIANCAMENTO DENTALE?

Lo sbiancamento dentale è sconsigliato a pazienti con gravi malattie croniche , donne incinta o in fase di allattamento, pazienti allergici a una delle sostanze contenute nel gel o che hanno denti danneggiati o cariati.
Importante segnalare che per i pazienti portatori di protesi dentali sarà impossibile eseguire lo sbiancamento in quanto il gel non agisce sulle corone protesiche.
I pazienti che presentano otturazioni sui settori frontali potranno eseguire lo sbiancamento ma successivamente, in base al risultato di bianco ottenuto, si dovrà intervenire sostituendo le vecchie otturazioni con delle nuove, utilizzando un composito che si avvicina di più alla nuova colorazione del dente.

COME CI SI COMPORTA SUCCESSIVAMENTE AL TRATTAMENTO?

Una volta eseguito lo sbiancamento professionale ci sono dei piccoli accorgimenti che il paziente dovrà seguire per garantire che il risultato di bianco ottenuto si mantenga nel tempo. È fondamentale che nelle 48 ore successive il trattamento il paziente eviti di fumare e assumere tutti quei cibi che rilasciano facilmente pigmentazioni. Questo perché il dente durante e al termine del trattamento è molto permeabile e assumendo sostanze colorate o fumando si andrebbe ad alterare la colorazione ottenuta. Riportiamo quindi un elenco di alimenti da evitare:

  • Caffè
  • Liquirizia
  • Cioccolato
  • Pomodoro, spinaci, barbabietole, carciofi e tutta la verdura molto colorata
  • Vino rosso
  • Arancia, lampone, more, fragole e tutta la frutta colorata

In conclusione lo sbiancamento professionale è in alcun dubbio da preferirsi allo sbiancamento domiciliare fai da te per una ragione semplice ed immediata: la cura è più duratura ed efficace a qualsiasi rimedio domestico a base di rimedi naturali in quanto lo sbiancamento professionale penetra all’interno dello smalto e non agisce solo sulle macchie estrinseche al dente ed è eseguito sotto la supervisione del dentista.